Pubblicato il: 09/09/2019 alle 13:27
Negano di avere tartassato la loro ex, rispettivamente, moglie e cognata. Così fratello e sorella di Milena, arrestati qualche sera fa dai carabinieri per atti persecutori e altro ancora. È stata una difesa a tutto campo quella che i due presunti stalker hanno sostenuto al cospetto del gip Alessandra Maira. Si sono difesi etichettando le accuse mosse a loro carico dalla donna come «frutto di calunnie».
Così il quarantaduenne P.V e la sorella, la quarantenne G.V. (assistiti dall’avvocato Giuseppe Dacquì) che sono comparsi al cospetto del gip per l’interrogatorio di garanzia. Su loro, infatti, pendono ordinanze di custodia cautelare eseguite la sera del 4 settembre scorso quando l’uomo è finito in una cella del carcere Malaspina, mentre la sorella ha beneficiato degli arresti domiciliari.
Il sostituto procuratore Chiara Benfante ha contestato a loro carico, a vario titolo, le ipotesi di maltrattamenti, atti persecutori e minacce.
Reati che si sarebbe consumati ai danni della ex moglie di lui. L’uomo – è la ricostruzione dell’accusa – non si sarebbe arreso alla fine del loro rapporto. Anche se la coppia sarebbe stata in via di separazione consensuale. Ma quel rospo non lo avrebbe mandato giù. Il tarlo della gelosia si sarebbe impossessato di lui che si sarebbe trasformato – secondo gli inquirenti – in una sorta di incubo per la sua ex. Con tanto di presunte telefonate moleste, pedinamenti, minacce e tutti i classici atteggiamenti da stalker.
Una vera e propria persecuzione che avrebbe costretto la donna – è quanto ha poi denunciato – a temere anche per l’incolumità dei figli e dei suoi familiari. E sarebbe stata pure costretta a cambiare le sue abitudini, modificando la sua quotidianità per timore di ritorsioni.
Tant’è che gli stessi carabinieri, che hanno poi curato le indagini sotto il coordinamento della procura, hanno ricondotto al presunto marito importuno «comportamenti molesti persistenti e reiterati tali da cagionarne perdurante e grave stato d’ansia nella donna.
In tutto questo – secondo il teorema accusatorio – l’uomo sarebbe stata spalleggiato dalla sorella che gli avrebbe offerto manforte.
Il resto lo hanno poi fatto le indagini dei militari di Milena e Mussomeli fino a quando, su richiesta della procura, sono scattate le due ordinanze di custodia cautelare. E adesso il gip, dopo i loro interrogatori, ha mantenuto per fratello e sorella le misure già applicate: il carcere per lui, i domiciliari per lei. E la difesa è pronta a ricorrere al tribunale del riesame. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)