Pubblicato il: 16/09/2019 alle 13:57
"Sul giornale "La Sicilia" apparvero delle dichiarazioni del prefetto Carmine Valente secondo il quale Antonello Montante e Rosario Crocetta erano coloro che potevano far rinascere la provincia. Inoltre il prefetto si soffermava sulla zona franca della legalità. Io feci a mia volta un intervento sui giornali in cui sostanzialmente contestavo le parole del prefetto esprimendo opinioni contrarie e da allora cominciò il mio calvario”. Lo ha detto questa mattina Pasquale Tornatore deponendo come teste nel corso dell’udienza del processo, che si celebra con rito ordinario, sul cosiddetto Sistema Montante. “In quel periodo – ha continuato Pasquale Tornatore – vengo a sapere che ero stato denunciato per minacce dal presidente del consorzio universitario Emilio Giammusso insediatosi ai primi del 2013. Quest’ultimo mi aveva contattato per fare un lavoro di comunicazione gratuitamente per il consorzio. Io avevo accettato. A metà agosto esce la mia lettera di commento al prefetto e per circa un mese Giammusso non risponde alle mie telefonate, le mie email, e neanche alle sollecitazioni di un amico comune Antonio Gruttadauria che aveva collaborato alla sensibilizzazione dei commercianti sulla students card. Feci un sms, lo mandai a Emilio Giammusso dicendo ‘guarda è da un mese e mezzo che ti cerco e siccome ci ho messo la faccia, se tu entro martedì non mi dai notizie sarò costretto a rendere noto questo impasse alla stampa’. A giro di breve mi chiama Gruttadauria dicendomi che aveva ricevuto una chiamata da Emilio Giammusso il quale diceva che non potevo più occuparmi di quel progetto perché non era stata gradita la mia lettera di commento al prefetto. Passa qualche giorno e mi chiama Antonio Gruttadauria che mi convoca nel suo retrobottega e mi dice che aveva saputo che ero stato querelato da Giammusso per minaccia. A febbraio 2014 vengo convocato in questura e mi viene comunicato che ho un avviso di garanzia per minacce e io ho pensato che si trattasse della denuncia di Giammusso. Quando il funzionario della questura mi dice che la prossima convocazione sarebbe stato a Palermo per un saggio calligrafico alla scientifica mi stranizzai visto che il messaggio era stato digitato. Alla fine vengo a sapere che era stata inviata una lettera di minacce a Carmine Valente e che ero sospettato di quel reato. A Palermo infatti mi fecero scrivere ‘Carmine Valente va a correre al parco’. Questa inchiesta poi fu archiviata. Un altro esposto era stato fatto da Salvatore Pasqualetto all’epoca presidente del tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità. In questo esposto Pasqualetto descrive il mio commento sul prefetto come un attacco alla legalità e lasciando intendere che io quasi ero connivente con il sistema mafioso a loro dire riferibile all’ex presidente di Confindustria Di Vincenzo. Devo dire che questo mio espormi pubblicamente nei confronti di Montante e del sistema che stava creando mi ha portato anche dei danni economici. Per tanti anni con la mia agenzia avevo curato la comunicazione del torneo di tennis. Un giorno mi chiamò Trobia e mi disse guarda purtroppo Massimo Romano e Marco Venturi mi hanno comunicato che la tua società non deve più fare questo lavoro. Così come quando Caltaqua entrò a far parte di Assindustria non mi fece più lavorare”.(Foto archivio)