Pubblicato il: 06/06/2015 alle 17:32
Da Montedoro, piccolo paese dell’entroterra siciliano, per un’accoglienza di minori stranieri non accompagnati lontana dagli scandali e dalle inchieste!
Non solo inchieste, tangenti ed avvisi di garanzia esistono nel variegato sistema di accoglienza per migranti e nello specifico per minori stranieri non accompagnati. E’ questo il messaggio che giunge da un piccolo comune del nisseno, Montedoro, che accoglie un centro di prima accoglienza per minori stranieri e gestito dalla cooperativa sociale ETNOS. Un piccolo nucleo operativo che accoglie un numero massimo di 17 minori nei confronti dei quali viene prestata da subito un’assistenza sanitaria ma soprattutto di sostegno psicologico e sociale. “Un paese che accoglie con grande entusiasmo questo progetto, ma soprattutto accoglie i ragazzi che non si sentono addosso assolutamente il peso del pregiudizio dilagante in molte parti d’italia e di Sicilia. Una politica del territorio che si impegna con forza e costanza a garantire il riconoscimento dei diritti senza alcuna differenza di colore e razza”, dice Fabio Ruvolo, presidente della coop Etnos. Uno staff psicosociale che si affida alla dottoressa Maria Rosaria Bufalino e alle assistenti sociali Rosalba Turrigrossa e Laura Rizzari a capo di una squadra con mediatori interculturali, educatori, operatori socio assistenziali.
“In un piccolo gruppo si può lavorare ad personam con percorsi individualizzati che portano assolutamente ad una pacifica convivenza creando così un piccolo mondo nel mondo – aggiunge Ruvolo -. Il lavoro è costantemente rivolto a processi di integrazione sociale con la popolazione locale e raggiunge spesso e volentieri risultati inaspettati”. Apice di questa integrazione è la nuova squadra di calcio del centro di prima accoglienza per minori. La “Un Mondo a Colori Team” che rappresenta appunto il nome della struttura che si presenta con una squadra di calcio internazionale che gioca con altre squadre nel territorio abbattendo tutti i confini geografici e contro ogni forma anche minima di razzismo. Lo sport come strumento che eleva l’uomo e riduce ogni differenza di religione, razza ed etnia. Dal comune di Montedoro parte un messaggio di pace e di solidarietà che possa rappresentare un esempio di civile convivenza e solidarietà.