Pubblicato il: 27/09/2019 alle 15:23
"Io con Vincenzo Scarantino meno ci parlavo e meglio stavo. A me Scarantino, per qualcosa che non so dire e non so spiegare non piaceva: potevo mai andare da lui per promesse di denaro?". Lo ha detto l’ex questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, questa mattina nel corso dell’udienza del processo sul cosiddetto depistaggio della strage di via D’Amelio, che si celebra a Caltanissetta, rispondendo come teste alle domande dell’avvocato Giuseppe Scozzola. Sul banco degli imputati Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, gli ex appartenenti del gruppo 'Falcone-Borsellinò, che indagò sull'attentato: devono rispondere di calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa nostra. «Devo anche dire, al contrario – ha continuato Ricciardi – che Scarantino non mi ha mai parlato di denaro che gli era stato promesso. Penso che c'era un sentimento reciproco. Non ci piacevamo. Scarantino – ha aggiunto Ricciardi – dava sempre versioni differenti. In un interrogatorio del 12 settembre del '94 si rimangia tutto quello che aveva detto nell’interrogatorio di un mese prima».