Pubblicato il: 22/10/2019 alle 16:02
“Se il primo gennaio dovesse entrare in vigore questa riforma, sarà possibile tenere a vita un cittadino nella condizione di imputato”. Ad affermarlo è stato il presidente della Camera Penale di Caltanissetta, l’avvocato Sergio Iacona intervenendo alla conferenza stampa convocata per illustrare i motivi che hanno indotto i penalisti a proclamare uno sciopero, a livello nazionale, di cinque giorni per protestare contro la riforma della prescrizione. “Questa – ha detto l’avvocato Iacona – è una cosa assolutamente inammissibile perché compromette gravemente le garanzie della difesa. Teniamo conto del fatto che è diffusa l’opinione secondo la quale i processi si prescrivono per colpa della difesa. Devo dire che i dati ufficiali dicono esattamente il contrario perché i processi, nella maggior parte dei casi, si prescrivono per la lungaggine delle indagini preliminari che è una fase nella quale gli avvocati non incidono minimamente. I processi si prescrivono perché a volte non vanno a buon fine le notifiche, a volte sono assenti i testimoni e non si possono interrompere i tempi di prescrizione, a volte muta la composizione del giudice e questo costringe a ricominciare daccapo un processo mentre quando c’è un’istanza di rinvio della difesa è per legge attuata la sospensione dei termini. Allungare a vita la possibilità di tenere un cittadino sotto processo, significa tenerlo paralizzato. Quindi difendere la possibilità che i processi si celebrino in tempi brevi, vuol dire difendere i diritti dei cittadini. E’ in atto un dialogo con il governo. Il problema è che dalla società emergono delle pulsioni forcaiole e giustizialiste perché c’è oggi una tendenza a privilegiare gli istituti di democrazia diretta, viene messa in discussione l’esistenza dei corpi intermedi e anche il concetto stesso di rappresentanza. Questa spinta si trasforma in ambito giudiziario in un desiderio di giustizia sommaria che non tiene conto invece di conquiste che sono avvenute dopo secoli di lotte per cui siamo certamente preoccupati, ci sono delle forze politiche che sono molto giustizialiste nella loro cultura ma ve ne sono anche altre che ci ascoltano”.