In quattro andranno a processo davanti alla Corte d’assise di Caltanissetta, a partire da metà gennaio, per l’omicidio del gelese Giuseppe Failla, ucciso a 51 anni la mattina del 9 ottobre 1988mentre si trovava nel suo bar, in via Cadorna, a Gela. Lal gup di Caltanissetta Valentina Balbo ha rinviato a giudizio il boss Giuseppe “Piddu” Madonia, 73 anni (assistito dagli avvocati Flavio Sinatra e Cristina Alfieri), il sancataldese Cataldo Terminio, 53 anni (difeso dall’avvocato Eliana Zecca), il nisseno Angelo Palermo, 62 anni (difeso dall’avvocato Michele Micalizzi), e il gelese Angelo Bruno Greco, 52 anni (difeso dall’avvocato Sergio Iacona), da anni residente a Lipomo, in provincia di Como.
A chiedere il processo era stato il pm Matteo Campagnaro e lo stesso aveva fatto l’avvocato Giovanni Bruscia, legale di parte civile dei familiari della vittima, mentre i difensori avevano chiesto il proscioglimento dei loro assistiti.
Il delitto Failla, secondo la ricostruzione della Procura, si inserirebbe nella faida tra Cosa nostra e Stidda che insanguinò il territorio della provincia nissena negli anni ’80 e Cataldo Terminio avrebbe ritenuto Failla – considerato affiliato a un clan rivale – responsabile dell’omicidio del padre, Nicolò Terminio, e voleva vendicarlo. Una volta ottenuto, sempre secondo l’accusa, l’ok di Madonia, Terminio avrebbe chiesto aiuto a Greco., il quale avrebbe sparato i colpi contro la vittima, mentre Angelo Palermo avrebbe fatto da autista. Il corpo di Failla venne trovato da alcuni clienti del bar di via Cadorna, che erano entrati nell’esercizio commerciale e rimasero sgomenti nel vedere il corpo della vittima dietro al bancone, crivellato dai colpi esplosi dai killer.
Sarà il processo a chiarire i dettagli della vicenda, ricostruita dopo 30 anni dai carabinieri del Ros, con il blitz dello scorso 9 aprile. (Vincenzo Pane, La Sicilia)