Pubblicato il: 31/12/2019 alle 10:48
Il Comitato “Fuori Caltaqua” e la sezione di Caltanissetta del Movimento Consumatori dopo aver raccolto 476 firme, hanno presentato un esposto alla Procura di Gela per denunciare i gravi disservizi che si sono verificati a Gela negli ultimi 15 giorni. “E’ una situazione che va avanti ormai da anni e che vede molti quartieri della città, convivere con una erogazione del servizio non continua e che mette a disagio gli abitanti gelesi.
L’ultima occasione è data dalla ennesima interruzione del servizio.
Con nota del 16/12/2019 n. 16499/U, Caltaqua, Acque di Caltanissetta s.p.a., comunicava al Comune di Gela la presenza di torbidità (nell’acqua) superiore ai limiti previsti dalla vigente normativa nei quartieri approvvigionati dai serbatoi di Montelungo, Caposoprano e Spinasanta.
A seguito di tale comunicazione, il Comune di Gela provvedeva ad ordinare la somministrazione dell’acqua fornita da Siciliacque alla città, vietandone però, contestualmente, l’utilizzo ai fini potabili (ordinanza del 16/12/2019).
A tutt’oggi (30/12/2019), l’acqua erogata non è ancora potabile.
E del resto, già dalla data del 12/12/2019, la distribuzione dell’acqua veniva interrotta nelle zone servite dal serbatoio di Caposoprano a causa di un’interruzione dell’acquedotto di approvvigionamento,
E’ evidente, come la mancata potabilità dell’acqua, comporti dei notevoli disagi, significa- brevemente- che i cittadini non possano usare l’acqua per tutti i suoi precipui scopi, ma debbano, necessariamente, far ricorso all’acqua minerale per molti usi, quali quelli di cucinare o altri scopi che necessitano dell’utilizzo di acqua potabile (anche una semplice attività come quella di lavarsi i denti diventa difficoltosa) oppure a rifornire i propri serbatoi o vasche, acquistando dalle autobotti private.
Si vuole poi ribadire come il costo – per l’utenza- dell’erogazione dell’acqua non potabile, sia identico a quello di acqua potabile, cioè la minore qualità della risorsa non incide sul suo prezzo.
Nessun indennizzo, nessun risarcimento, nulla. Si lascia alle Autorità competenti, il compito di evidenziare eventuali responsabilità in capo a chi, a vario titolo, è coinvolto nella gestione del servizio idrico, ma è evidente che siano sempre gli utenti a pagare il “prezzo” di tali interruzioni.
Ci si chiede, se i guasti – che sembrano verificarsi con allarmante frequenza – rientrino nel normale esercizio del servizio o rappresentino una inusuale e preoccupante criticità nella gestione in oggetto.
E ancora, quello che si vuole mettere in luce è che l’erogazione dell’acqua nella città di Gela, sia fortemente condizionata (oltre che da una turnistica abituale che crea notevoli disagi), anche da frequenti rotture alle tubature di approvvigionamento dei serbatoi comunali.
Se a quanto sopra detto si aggiunge anche la somministrazione di acqua non potabile la situazione diventa davvero insostenibile.
Del resto tale situazione non è nuova. Già nel 2017, (volendo prendere un singolo periodo a riferimento) per la città di Gela si era determinata l’erogazione di acqua non potabile, orientativamente, per periodo che va dal 27/01/2017 al 16/03/2017, e altresì, per i periodi che vanno dal 18/07/2017 al 28/07/2017, e dal 6/09/2017 al 29/09/2017, etc.)
Infine, già dal sito del Gestore, si evidenzia come vi siano stati recenti ulteriori episodi (oltre a quelli segnalati), di interruzione del servizio per guasti agli acquedotti di approvvigionamento. (si pensi a quello comunicato il 14/10/2019 -Acquedotto Blufi, o ancora all’acquedotto Ancipa, il 9/09/2019, o infine il 26/08/2019 ancora all’acquedotto Blufi, o infine l’interruzione dell’acquedotto Fanaco del 29/07/2019).
Cioè si è di fronte ad una situazione – per la collettività – insostenibile, tale da mettere a rischio l’accesso ad un bene di primaria importanza come l’acqua.
Ci si chiede se la qualità (e la quantità della erogazione), debbano essere valori a cui far riferimento nella quantificazione della tariffa. O se il concreto svolgimento del servizio sia del tutto sganciato dalla tariffa pagata dall’utente. E ancora, di chi siano le responsabilità di tale modalità di erogazione, di tali continui guasti, della erogazione di acqua non potabile.
In tal senso, pertanto, ci si rivolge alle Autorità competenti affinché Vogliano valutare la gestione del servizio in oggetto, appurando la sussistenza di eventuali responsabilità per i fatti appena narrati”.