Pubblicato il: 03/02/2020 alle 08:32
Sig. Presidente della Corte; Sig. Procuratore Generale;
Autorità tutte, Magistrati; Avvocati ed operatori del settore,
buongiorno,
porgo il saluto dell’Unione Nazionale Giudici di Pace che rappresento e l’augurio di un proficuo e fattivo Anno Giudiziario. Spero che questo sia, anche per noi giudici di pace e per tutta la magistratura onoraria in generale, l’anno del riconoscimento dei diritti fondamentali. Un augurio che, dopo il saluto del Procuratore Generale Dott. Sava e le parole dell’Avv. Giuseppe Iacona, per riprendere le parole usate oggi dalla Presidente della Corte, non sembra più un sogno.
I giudici di pace dopo trent’anni dalla loro istituzione continuano a lavorare con perfomance di efficienza, professionalità e qualità della risposta di giustizia, senza godere di alcuna delle tutele previste per i lavoratori dipendenti, e senza godere di una retribuzione certa e determinata, consona al prestigio del ruolo svolto e volta a garantire imparzialità terzietà ed indipendenza della funzione.
Il Governo Italiano ed il ministero, nonostante una procedura di infrazione in corso per il trattamento disparitario cui è sottoposto questo magistrato onorario, al pari di got e vpo, da anni finge di voler provvedere a sanare questa incresciosa situazione attraverso tavoli tecnici ed audizioni eterne in commissione giustizia che nulla hanno partorito.
Intanto, resta un macroscopico ed imbarazzante problema di violazione di norme costituzionali ed europee all’interno della stessa magistratura; la magistratura onoraria risulta essere determinante per il corretto e puntuale funzionamento della giurisdizione italiana,per come da più parti è stato riconosciuto, pur costituendo una falla del sistema; prevista, infatti, come temporanea, essendo costituita da professionisti che lavorano da 2030 anni in modo continuativo, la maggior parte in via esclusiva per lo Stato Italiano,è stata di fatto stabilizzata.
La procedura d’infrazione della Commissione Europeanei confronti dello Stato italiano è alle porte e si basa sulla disparità di trattamento economico giuridico sussistente nella magistratura tra magistrati togati e magistrati onorari, che svolgono la medesima funzione, ed è auspicabile per tutti che tale situazione vengarisolta urgentemente in Italia, con una riforma che sani definitivamente le gravi violazioni attinenti alla magistratura onoraria precaria che ha contribuito con il proprio lavoro ad aumentare di un punto percentuale il pil nazionale.
A ben guardare la strada che l’Europa sta tracciando potrà efficacemente soddisfare le esigenze costituzionali e fattuali delle figure professionali coinvolte.
Infatti nelle conclusioni dell’avvocato generale Kokott rese in Corte di Giustizia nella causa UX contro il Governo Italiano , su rinvio dal Giudice di Bologna viene detto chiaramente che “: ai fini dell’applicazione della direttiva sull’orario di lavoro, la nozione di lavoratore non può essere interpretata in modo da variare a seconda degli ordinamenti nazionali, ma ha una portata autonoma propria del diritto dell’unione .
Pertanto, contrariamente a quanto sostenuto dal governo italiano, il fatto che l’attività dei giudici di pace abbia natura onoraria ai sensi del diritto nazionale non può essere rilevante”.
L’avvocato generale ha riconosciuto che: i giudici di pace sono giudici europei ai sensi dell’art. 267 TFUE (trattato sul funzionamento dell’unione europea) e devono essere considerati lavoratori pubblici dipendenti al fine del riconoscimento dei diritti giuslavoristici al pari del magistrati professionali, considerati al tal fine anche loro lavoratori.
Il giudice di pace è giudice europeo ai sensi dell’art. 267 TFUE cioè “organo, incaricato di applicare il diritto dell’unione, che soddisfi, segnatamente, tale criterio di indipendenza”
Questa previsione normativa iscrive il giudice di pace nell’ordinamento giudiziario europeo e lo rende necessariamente destinatario di uno status adeguato a tutela della sua autonomia ed indipendenza, poiché “la garanzia di indipendenza, intrinseca alla funzione giurisdizionale si impone non soltanto a livello dell’unione, per i giudici dell’unione e gli avvocati generali della corte, ma anche a livello degli stati membri, per i giudici nazionali, per come si legge nella sentenza della corte di giustizia c – 64/16 (associaçàosiundicaldosjuizezportugueses vs trìbunal de contas).
Per tali motivi qualsiasi confronto con il governo attuale non puo’ che partire dalle conclusioni dell’avvocatogenerale della Corte di Giustizia che rendono obsoleta ed ormai superata la proposta ministeriale di riforma della magistratura onoraria depositata dal Governo e in esame attualmente in Commissione Giustizia del Senato.
L’Europa comunitaria sta affrontando una nuova sfida: la costruzione di un sistema giudiziario comune.
L’Italia, pur essendo in profondo ritardo, ha una grande occasione, inserendo in questa costruzione una ridefinizione del sistema di gestione della giustizia perfettamente integrato della magistratura
ordinaria e magistratura onoraria .
Auspichiamo all’interno della stessa magistratura l’inizio di una innovativa e proficua fase di lavoro condivisa.