Salgono i contagiati dal coronavirus a Caltanissetta. Adesso, stante all’ultimo bollettino dell’Asp di questa sera alle 18, i positivi sono in tutto sedici: nove di questi sono ricoverati in Malattie Infettive, due sono ricoverati in terapia intensiva e cinque in isolamento domiciliare. Dei nove ricoverati in Malattie infettive, cinque sono di Caltanissetta, due di San Cataldo e due della provincia di Agrigento (la paziente di Sciacca e un paziente di Agrigento). Tre i pazienti ricoverati nella sala di terapia intensiva del quarto piano dell’ospedale Sant’Elia dedicata al Covid. Di due già si sa che sono positivi (si tratta di un paziente di San Cataldo e di un paziente di Licata), un terzo invece, proveniente dal Palma di Montechiaro, è arrivato questa mattina e si è ancora in attesa del tampone. Quest’ultimo è un medico di 71 anni che recentemente era stato in Lombardia per problemi di salute. Dalla tac sembrerebbe che si tratti di coronavirus, ma sarà il tampone a dirlo. Per il momento è sottoposto a ventilazione non invasiva. Stazionari gli altri due pazienti. Altri cinque tamponi sono risultati positivi. Si tratta di cinque pazienti che al momento si trovano nelle loro abitazioni perché manifestano sintomi non gravi. “Rappresento con contenuto ottimismo – ha detto il direttore generale Alessandro Caltagirone – di essere stato informato dal Direttore del reparto di Malattie Infettive, Giovanni Mazzola, relativamente al miglioramento delle condizioni di salute della paziente ricoverata per Covid-19 e proveniente da Sciacca, alla quale già domani verrà effettuato il primo tampone utile alla valutazione pre-dimissione (eventuale secondo tampone dopo 24/48 ore)”. La donna, un medico di 48 anni è stata la prima ricoverata con coronavirus all’ospedale Sant’Elia e le informazioni sul suo miglioramento lasciano ben sperare. La provincia di Caltanissetta conta anche un deceduto, vale a dire il biologo nisseno di 58 anni deceduto l’11 marzo e trovato positivo al coronavirus. “Si conferma – ha aggiunto il manager Caltagirone – che l’incremento dei casi è verosimilmente dovuta a comportamenti non conformi alle direttive ministeriali e circoscritta a situazioni in atto tracciate dagli uffici preposti dell’ASP e contenute con gli obblighi di quarantena. Pertanto si raccomanda ancora una volta l’obbligo di permanenza domiciliare, unico strumento consistente per il contenimento della diffusione virale”. Imponente il lavoro di mappatura di eventuali contatti tra pazienti contagiati e amici e parenti che in queste ore sta portando avanti la direzione dell’Asp. Chiunque è venuto a contatto con i pazienti contagiati è stato posto in quarantena per evitare la diffusione del contagio. I dati dell’Asp vengono poi inviati alla questura al fine di effettuare controlli incrociati e verificare l’effettiva permanenza in casa delle persone poste in quarantena. Per il momento i focolai rimangono comunque circoscritti.