Pubblicato il: 25/09/2015 alle 19:08
Spazio ai giovani. Alle loro voci, alle loro legittime ambizioni, alle speranze che nutrono dentro. Una parentesi, nella sontuosità della cerimonia di oggi al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, è stata aperta per dar voce a chi spesso, in questa dannata terra, non riesce ad averla. E le parole di Paola Dell'Utri, una studentessa di 18 anni che frequenta la 5° Bl indirizzo Linguistico del Liceo classico “Ruggero Settimo” di Caltanissetta, hanno scosso la platea, che oggi s'è soffermata sulle figure dei magistrati Antonino Saetta e Rosario Livarino. Perchè nelle parole di Paola – che siamo convinti rispecchiano le aspettative di tanti ragazzi della sua età e non solo, c'è tutta la voglia di cambiare le cose, di non mollare malgrado le delusioni, le illusioni infrante, i rischi di un riscatto che sfugge, il contesto di un territorio che non ti aiuta.
“Chi nasce in questa terra vuole rimanerci – ha esordito la studentessa dal volto pulito rivolgendosi al presidente Mattarella, seduto in prima fila – perchè la Sicilia è bellezza. Non vogliamo temere di incrociare lo sguardo dei prepotenti. Vogliamo andare a scuola per imparare, ma anche per essere educati alla Legge e contrastare i compromessi e gli illeciti”. E riallacciandosi ai doveri, Paola Dell'Utri ha citato Cicerone e il genuino senso dell'onore e della rettitudine. Parole che sono state accolte da un lungo applauso così come quelle lette da Mihai Benia, uno studente del Liceo “Sebastiano Mottura” che ha partecipato anche lui in rappresentanza del popolo studentesco nisseno.