A San Cataldo una lite tra fidanzati alla quale ha preso parte anche il fratello di lui si è conclusa con l'arrivo dei carabinieri e il successivo arresto dei tre. Protagonisti della movimentata del 18 aprile i due fidanzati Vincenzo Scarantino, 32 anni, e Miriam Scarantino 22 anni, e il fratello di lui Alessandro, 31 anni, tutti e tre con precedenti. I tre dalle parole sarebbero passati in breve ai fatti e quando i carabinieri sono arrivati per sedare la lite avrebbero ferito anche loro. I militari intervenuti, infatti, hanno riportato lievi escoriazioni alle mani. Un atteggiamento che è costato ai tre litiganti un arresto per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Dopo l’udienza di convalida ,avvenuta nel pomeriggio di ieri, a Vincenzo Scarantino (difeso dall'avvocato Giuseppe Dacquì) è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere mentre per il fratello Alessandro (difeso dall'avvocato Pietro Pistone) è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di San Cataldo. Infine per Miriam Scarantino (difesa da Angela Bertolino) è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Adesso i legali dei tre giovani impugneranno l’ordinanza al tribunale della libertà. L’udienza del processo per direttissima si è svolta da remoto con notevoli difficoltà tecniche come sottolineato dall'avvocato Giuseppe Dacquì: "Abbiamo applicato il protocollo previsto per le direttissime – spiega Dacquì – ma il processo a distanza è un disastro ,le garanzie processuali, per come sostenuto dall’Unione camere penali, in tale contesto sono difficili da governare. A parte l’impraticabilità del processo a distanza ( nella direttissima erano coinvolti tre imputati detenuti, tre difensori, carabinieri, polizia Penitenziaria, un pubblico ministero, un giudice , un cancelliere, un trascrittore, quasi tutti da postazioni diverse e con connessione non proprio ottimale) non vi è alcuna garanzia in tema sicurezza del trattamento dei dati e quindi di riservatezza e protezione richiesti dalla normativa in materia".