Pubblicato il: 20/04/2020 alle 18:55
Un dramma nel dramma quello che stanno vivendo alcune categorie di lavoratori che in questi giorni si sentono abbandonati a sé stessi, incerti sul futuro e su quando tutto potrà ricominciare. Mentre si susseguono dati su nuovi contagiati, deceduti, controlli delle forze dell'ordine, c'è chi in questo periodo sta vivendo un vero e proprio incubo: quello di avere un'attività ferma, le spese da pagare e un futuro che appare poco chiaro. E' il caso dei ristoratori nisseni. A raccontarci ciò che stanno attraversando è Roberto Cordova, proprietario del ristorante-pizzeria "Piacere e Gusto" insieme a Fiorella Favata, che si è fatto portavoce dell'intera categoria. "Siamo stati lasciati soli – ci racconta – e nessuno ci dice cosa dobbiamo fare e cosa accadrà dopo. Da quando è cominciata l'emergenza sanitaria legata al coronavirus ho perso oltre 30 mila euro, tra spese, bollette di luce e gas, merce buttata via perché inutilizzata, banchetti saltati. Le 600 euro? Sì, mi sono arrivate dopo 42 giorni ma cosa sono, se si pensa che questa mattina è arrivata una bolletta della luce di 880 euro. A questo si aggiunge la preoccupazione per il futuro. La mia era un'attività ben avviata. Quando tutto finirà si dovrà provvedere alla sanificazione dei locali e per questo ovviamente ci vogliono i soldi. Se prima avevo 100 posti a sedere potrò riaprire con un totale di 42 posti (12 o 14 dentro e 30 fuori). Con le consegne a domicilio poi si fa solo un quarto dell'incasso. Gli aiuti da parte dello Stato sono pochi e precari, anzi, per meglio dire, le condizioni a cui siamo sottoposti noi ristoratori e non solo, sono assurde e oltremodo onerose. Sebbene a malincuore, la vera riapertura avverrà solo quando potremo accogliere i nostri clienti con l'armonia e il rispetto che meritano. Ad ogni modo, salvo modifiche da parte del Governo, dal 4 maggio il ristorante e la pizzeria saranno a disposizione dei clienti per pranzi e cene da asporto o domicilio". Insomma non è più il momento di parlare solo di numeri. Il problema è serio e molti vogliono risposte che ora come ora non hanno.