Pubblicato il: 19/05/2020 alle 13:16
Solo uno dei cinque sancataldesi indagati per riciclaggio di gioielli, Salvatore Raimondi, ha risposto alla gip Valentina Balbo per difendersi sostenendo di avere venduto nei “Compro oro” alcuni orologi di sua proprietà e di avere gli scontrini relativi agli acquisti.
Scena muta invece da parte del fratello Andrea Raimondi – entrambi detenuti in carcere – Marika Raimondi (sorella dei primi due) e Maria Ausilia Bellomo (compagna di Salvatore Raimondi), che hanno aperto bocca solo per dire di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Ad assistere i quattro è l’avvocato Giuseppe Dacquì. Maria Pia Dioguardi, difesa dall’avvocato Salvatore Baglio, ha detto di volersi avvalere della facoltà di non rispondere per poi rendere solo alcune dichiarazioni spontanee in merito al suo rapporto con il compagno Andrea Raimondi. Le tre donne erano state collocate agli arresti domiciliari; i difensori presenteranno ricorso al Tribunale del riesame per chiedere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare.
Secondo la ricostruzione del pm Dario Bonanno e dei Carabinieri, il gruppo avrebbe smontato in pezzi i vari gioielli ed oggetti per poi rivenderli nei vari “Compro oro di San Cataldo e Caltanissetta”. Un’operazione, quella di smontare gli oggetti in più parti, per celarne la provenienza illegale, in questo caso si parla dei furti scoperti nel corso delle inchieste dell’Arma “Kitt” e “Kitt 2”.
Gli investigatori hanno setacciato i vari “Compro oro”, riuscendo a individuare i gioielli rubati grazie alle schede di vendita che i titolari avevano fatto compilare ai cinque indagati. Questi ultimi, come previsto dalla legge, avevano anche lasciato i loro documenti al momento di vendere il materiale e quindi sono stati individuati facilmente. I gioielli sono anche stati ricomposti. (Vincenzo Pane, La Sicilia)