Sono la madre di un ragazzo autistico non verbale di 16 anni( Momy), che da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus, come tutti noi, ha dovuto rinunciare alla sua impegnativa routine, costituita da diverse attività come la scuola, il centro privato, il centro convenzionato con l’Asp e l’assistente domiciliare, perciò penso che si possa ben capire che il ragazzo fosse sempre fuori e che la propria casa rappresentasse per lui un luogo di relax . Per il primo mese ha resistito, nonostante qualche capriccio e qualche maracchella delle sue, ma devo dire che si è comportato bene, anche se a parte qualche eccezione, si è sempre rifiutato di fare le attività consigliatemi dalla scuola e dal Centro “Consenso”, dato che la sua mente associa la casa e la famiglia al riposo e gli operatori alle attività. Dal secondo mese però è iniziato per noi l’incubo, nostro figlio è cambiato, ha assunto un comportamento permanentemente aggressivo e irritato, chiede di uscire, con l’illusione di andare al centro ma quando torna, è più scontento di prima; non essendo più seguito si stanno ripresentando comportamenti, problema, per cui Momy, in collaborazione con gli operatori, ha lavorato molto per eliminarli, e noi genitori vediamo così vanificati diversi anni di lavoro e sforzi.
Fin quando vigeva il lockdown, abbiamo accettatto e sopportato di buon grado tutto questo, ma ora che il paese sta ripartendo, chiedo alle istituzioni la celere riapertura delle strutture riservate al trattamento di tali patologie, affinché possano i ragazzi e le famiglie ritornare alla propria quotidianità.
Si fa presente che i centri dedicati, convenzionati asp e non, sarebbero dovuti ripartire giorno 18/05, così come comunicato dall'Assessore alla sanità Razza tramite circolare, ad oggi nessun centro è stato riaperto e non esiste una data certa, i nostri figli hanno bisogno di cure essenziali per la loro condizione , non si può procrastinare oltre.