Assolti oggi dal tribunale di Gela, presieduto da Miriam D'Amore, tre dipendenti dell'Arpa di Caltanissetta, accusati a vario titolo di falso ideologico e omessa denunzia, perché il fatto non sussiste. Si tratta del responsabile dell'Arpa di Caltanissetta, Antonio Carbone, 62 anni, difeso dall'avvocato Giacomo Vitello, e delle dipendenti Patrizia Biondo, 54 anni, difesa dall'avvocato Giuseppe Dacquì e Maria Cannas, 57 anni, difesa dall'avvocato Rudy Maira. I tre erano accusati per fatti risalenti al 19 marzo 2013 quando l'Arpa fu contattata dai vigili del fuoco per verificare l'inquinamento di un torrente di contrada Armatella, a Gela, dovuto allo sversamento di idrocarburi da parte della Enimed. Una volta sul posto le due dipendenti avevano prelevato un campione dell'acqua senza però ispezionare l'area circostante. Su questo si è basata l'accusa, secondo la quale le due donne, limitandosi al solo prelievo delle acque superficiali avrebbero omesso di accertare, segnalare e verificare l'inquinamento del suolo e il punto di spill (ossia il punto esatto di fuoriuscita del prodotto inquinante). Gli avvocati della difesa hanno dimostrato come quella sera il buio e la zona impervia potevano costituire pericolo per la stessa vita dei loro assistiti. Contro il funzionario Carbone è stata invece mossa l'accusa di aver omesso di denunziare il fatto. Nel corso del processo invece è stato dimostrato che erano stati messi a conoscenza gli enti interessati tra cui il Comune di Gela. Il pm aveva chiesto 6 mesi per Carbone e 8 mesi per Biondo e Cannas ma oggi è arrivata l'assoluzione. Nel processo si erano costituiti parte civile l'avvocatura dello Stato per l'Arpa, il Comune di Gela e Legambiente.