Pubblicato il: 28/05/2020 alle 09:00
Oggi il personale della Capitaneria di Porto di Gela ha posto sotto sequestro la struttura dell’ex lido “La Conchiglia”.
L’edificio, storicamente conosciuto per le attività balneari e per ospitare numerosi eventi mondani, era tra gli immobili demaniali messi a bando da parte dell’Assessorato al Territorio e ambiente della Regione Siciliana.
La misura cautelare, disposta dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica, è stata posta in essere a seguito di un’intensa attività di indagine, grazie alla quale è stata accertata la mancata realizzazione dei lavori necessari per evitare la rovina della struttura, ormai fatiscente ed abbandonata da anni.
Per questo motivo, i militari, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, hanno provveduto ad apporre i sigilli di sequestro al manufatto, che è stato affidato in custodia giudiziale al medesimo Ufficio Regionale. Due funzionari della Regione Sicilia, Giuseppe Battaglia, dirigente dell'assessorato al territorio e ambiente, e Salvatore Di Salvo, responsabile territoriale dello stesso dipartimento per la provincia di Caltanissetta, dovranno rispondere degli omessi interventi volti a mettere in sicurezza il rudere del lido "La Conchiglia" di Gela, sequestrato stamani dalla magistratura. I periti nominati dal procuratore, Fernando Asaro, e dal sostituto, Ubaldo Leo, nel corso delle indagini condotte dalla Capitaneria di porto, al comando di Roberto Carbonara, hanno accertato l'esistenza di un reale pericolo di crollo della struttura fatiscente, che sorge in un'area sismica, e il rischio per l'incolumità dei bagnanti, nel periodo estivo, e dei "senzatetto" che hanno trovato rifugio nel fabbricato abbandonato. Il lido "La Conchiglia", realizzato dai fratelli Ventura alla fine degli anni '50, fu meta di flussi turistico-balneari, attirati dalla presenza dei maggiori big della canzone italiana che si esibirono in quel locale realizzato sul mare. Abbandonato per l'inquinamento ambientale causato dall'industria del petrolio e dalle navi-cisterne, avrebbe dovuto essere abbattuto nel 1993. Un progetto di recupero presentato dai fratelli Ventura, mai realizzato, bloccò l'esecutività dell'ordinanza della Regione che nel 2009 lo dichiarò bene culturale istituendo vincoli di tutela. Ulteriori perizie riportarono però la struttura ad essere considerata un rudere da abbattere. Ed ora, su ordinanza del Gip, Silvia Passanisi, è stata posta sotto sequestro e affidata in custodia allo stesso dirigente dell'assessorato regionale al territorio e ambiente, Giuseppe Battaglia, che con Di Salvo devono ispondere di violazione dell'art. 677 del codice penale. Col consenso dei magistrati, si potrebbe procedere alla demolizione. Da tempo a Gela si chiede il recupero e la fruizione del lungo tratto di spiaggia occupato dai pericolosi resti del lido "La Conchiglia".