“Abbiamo affrontato la pandemia a testa bassa, senza neanche avere il tempo di guardare cosa stessero facendo gli altri. Le azioni dovevano essere messe in campo immediate e giornalmente arrivavano ordinanze, direttive e linee guida. C’è stato un mese di marzo che sembra essere durato un anno per la concentrazione di azioni e decisioni portate avanti in un periodo così breve. Ma poi i risultati ci hanno dato ragione e oggi siamo una delle province siciliane con l’indice di contagio più basso”. Ha esordito così il direttore generale dell’Asp Alessandro Caltagirone cheoggi pomeriggio, insieme al direttore sanitario Marcella Santino e al direttore amministrativo Pietro Genovese ha incontrato i giornalisti per fare il punto su come è stata gestita la pandemia di coronavirus e su quella che sarà la fase 2 in ambito sanitario. Il problema da risolvere subito è quello delle prestazioni ambulatoriali, ferme per tutto il tempo del Covid-19 e che oggi sono diventate circa 13mila. Tutte, ovviamente, da riprogrammare. “Sono felice – ha detto Caltagirone – del fatto che il nostro indice R0 è tra i più bassi e dietro questo c’è il buon funzionamento del dipartimento di epidemiologia, la tempestività degli interventi, l’intercettazione immediata delle situazioni critiche, le sanificazioni ambientali. In questo momento la popolazione della provincia è desiderosa di capire se alla Fase 2 socioeconomica corrisponderà una fase 2 sociosanitaria. Quest’ultima se affrontata bene inciderà positivamente anche sull’aspetto economico. Abbiamo ricevuto sabato scorso le direttive da parte dell’assessorato e ora stiamo riorganizzando il tutto, tenendo conto del distanziamento sociale e della sicurezza di pazienti e operatori. Non si potrà tornare alla situazione pre-covid. Forse il covid però potrà insegnarci qualcosa per migliorarci. Faccio un esempio pratico.Faccio un esempio pratico. Succedeva in passato che in una giornata di attività ambulatoriali non venivano dati gli orari e questo creava sicuramente un sovraffollamento e dei disservizi organizzativi. Adesso gli orari dovranno essere rispettati in maniera precisa. Il covid ci ha lasciato anche la possibilità di utilizzare quanto più possibile i sistemi di teleconsulto e telemedicina. Per effettuare le visite ambulatoriali dobbiamo considerare che tra una prestazione e l’altra si dovranno sanificare gli ambienti e questo comporterà una tempistica che inciderà rispetto alle programmazioni passate. Per cui ci stiamo affidando anche alle strutture convenzionate che gestiranno le prestazioni insieme a quelle ospedaliere. Questa settimana sarà impiegata per fare il punto su quante prestazioni dobbiamo fare e come riorganizzarle”. Per chi dovrà accedere alle prestazioni ambulatoriali probabilmente si farà un pretampone. Questa una delle novità anticipate dal manager. “Probabilmente – ha detto Caltagirone – faremo una cosiddetta area grigia per i pazienti in attesa di un esito. A proposito di tamponi abbiamo avviato lo screening suddividendo i destinatari per categorie di lavoratori. Per coloro che arrivano in urgenza avremo un laboratorio per esitare i tamponi che deve lavorare h24”. A proposito di tamponi abbiamo chiesto al direttore generale quanto tempo si impiega per avere un esito. “Per i cosiddetti geografici è sempre l’istituto zooprofilattico a farli e ci fa avere l’esito entro 24-48 ore massimo per i pazienti interni abbiamo i nostri strumenti e reagenti e arrivano anche in 12 ore”. Abbiamo poi chiesto come è stata affrontata dall’inizio l’emergenza. “Inizialmente eravamo molto preoccupati – ha detto il manager – ma poi ogni qual volta abbiamo trovato una persona positiva siamo riusciti a circoscrivere i focolai immediatamente. Il virus non ha circolato”.