Pubblicato il: 07/06/2020 alle 15:43
Se l'indagine porterà alla certezza che si tratta di contrasto al caporalato ci troveremmo di fronte ad un disastro sociale e umano. Chi si è fatto portavoce di un disagio, di una ipotesi di sfruttamento viene azzittito, esattamente come opera la mafia, questo accade in una Italia che ha conquistato con fatica la legge sul caporalato, fortemente voluta dalle organizzazioni sindacali, la stessa Italia nella quale continuano a mancare gli adeguati controlli malgrado gli annunci della politica a tutti i livelli. Lo sfruttamento esiste in ogni settore merceologico, dall'edilizia all'agricoltura, da terziario al settore della plastica e metalmeccanico.
Il NO alla violenza deve essere coeso, forte, significativo e la CGIL dice NO rivendicando il diritto alla verità è chiedendo giustizia. Apprendere dalla stampa che Adnan aveva già denunciato ci fa comprendere che si trattava di un cittadino modello perchè denunciare è sempre una scelta complessa in un mondo ingiusto e il rischio di essere isolati è elevatissimo.
Siamo certi che gli organi inquirenti sapranno risalire al movente e agli autori materiali, sapendo che a Caltanissetta risiedono da anni migliaia di cittadini pakistani e gli stessi meritano la giusta serenità dopo questo atroce delitto, esattamente come la meritano i cittadini nisseni.
L' azione criminale è sempre da condannare, come le inutili polemiche e le strumentalizzazioni.
È stato ucciso un UOMO, un LAVORATORE, un cittadino di CALTANISSETTA, questo è il fatto, l'unico!