Continuano ad emergere nuovi e terribili particolari sull'omicidio del 32enne pakistano Siddique Adnan. Polizia e carabinieri stanno lavorando senza sosta per ricostruire la drammatica vicenda culminata con l'omicidio di un giovane ormai ben inserito e amato in città. Nella notte è stato fermato un altro pakistano Awan Muhammed Shariel, 20enne, ormai in città da circa 3 anni. Avrebbe partecipato al brutale omicidio insieme agli altri quattro connazionali già fermati nei giorni scorsi Muhammad Shoaib, 27 anni, Alì Shujaat, 32 anni, Muhammed Bilal di 21 anni e Imrad Muhammad Cheema di 40 anni. Un sesto Muhammad Mehdi, 48 anni, è stato arrestato per favoreggiamento. Due degli arrestati, infatti, poco dopo il delitto erano stati trovati nella sua abitazione con i vestiti sporchi di sangue. Sempre nella stessa abitazione di via Fornaia è stato trovato un coltello di circa 30 centimetri utilizzato per il delitto. Ma probabilmente, come emerge nelle ultime ore, sul corpo di Adnan, gli assassini avrebbero infierito anche con dei giravite. Quelli trovati nel corso delle perquisizioni di questa notte in casa di Awan Muhammed Shariel il quale, di quei giravite, parlava al telefono, cosa che non è sfuggita durante le intercettazioni da parte degli investigatori. Nella casa di quest'ultimo sono stati trovati anche due cappellini e i documenti dei connazionali Shoaib e Billal. Altri tre cappellini erano stati trovati nei giorni scorsi. Ed effettivamente dalla visione delle telecamere si vedrebbe il commando, con i suoi componenti armati di cacciavite e con il capo coperto da cappelli, camminare alla volta dell'appartamento di via San Cataldo dove Adnan abitava da solo. Per quanto riguarda il brutale omicidio resta ancora in piedi la pista secondo cui Adnan avrebbe difeso alcune vittime di caporalato. Ma altre piste non vengono comunque, tutt'ora, tralasciate.