Pubblicato il: 12/06/2020 alle 21:09
“Adnan era un ragazzo troppo buono non meritava di morire, non c’entrava nulla. Aveva aiutato un signore, un anziano che abita qui a Caltanissetta e che oggi è presente, che queste persone portavano al lavoro nelle campagne, non lo pagavano e lo picchiavano. Ha aiutato anche altri pakistani. Adnan ha fatto quattro denunce. Lo minacciavano e gli chiedevano di ritirare la denuncia altrimenti l’avrebbero ucciso. Tre giorni prima di morire Adnan ha mandato un messaggio ad un amico indicando nomi e cognomi di coloro che lo minacciavano. Disse se mi dovessero uccidere i nomi sono questi, e poi le stesse persone sono state arrestate per l’omicidio”. A ricordare Adnan Siddique, il giovane pakistano ucciso dai connazionali (in cinque sono stati arrestati dai carabinieri e si trovano in carcere) per aver difeso vittime del caporalato, è Adnan Hanif, che arriva dal Kashmir. Oggi insieme a lui diverse centinaia di persone hanno manifestato a Caltanissetta per ricordare il 32enne che da 5 anni viveva in Italia e lavorava nel settore delle macchine tessili.