Pubblicato il: 12/06/2020 alle 21:12
“Nessuno si era accorto di questo fenomeno a Caltanissetta però è evidente che c’è e va colpito in maniera decisa. Adesso il verminaio è scoppiato e deve essere colpito”. Lo ha detto il sindaco Roberto Gambino, durante una manifestazione organizzata a Caltanissetta per chiedere giustizia sull’omicidio di Adnan Siddique, il 32enne pakistano massacrato a coltellate la sera del 3 giugno a Caltanissetta, da un vero e proprio commando, composto da suoi connazionali, per essersi opposto al caporalato nelle campagne. Adnan, arrivato a Caltanissetta cinque anni fa, più volte minacciato, perseguitato e picchiato, aveva preso le difese di alcuni braccianti agricoli. Gli inquirenti hanno fermato cinque persone, accusate a vario titolo, dell’omicidio di Adnan.
“Durante un vertice svoltosi in prefettura – ha spiegato il primo cittadino – ho chiesto di trasmettere gli atti alla procura per far luce sul fenomeno del caporalato e sul lavoro nero. Nel primo mese del lockdown, abbiamo assistito 4 mila persone con i buoni pasto. Persone che erano sconosciute agli assistenti sociali. Questo significa che prolifera il lavoro nero. Io non voglio girarmi dall’altro lato anche perché non l’ho mai fatto in vita mia e penso che noi nisseni dobbiamo andare a testa alta per capire cosa sta succedendo nella nostra città. Questo episodio ci sta facendo capire tantissime cose. E’ stata ammazzata una persona onesta. I ragazzi che arrivano dal Pakistan non arrivano per caso. Un vicino di casa di Adnan, mi ha tracciato la rotta. Partono dal Pakistan, raggiungono l’Iran, poi la Turchia, salgono i balcani nel doppio fondo di un tir, arrivano a Milano e poi magicamente arrivano a Caltanissetta. C’è un’organizzazione internazionale dedita al traffico di uomini che porta i ragazzi pakistani fino a Caltanissetta. Ho chiesto agli inquirenti di scoprire perché proprio nella nostra città. Ci sarà un’organizzazione criminale con collegamenti locali anche perchè in Sicilia le cose non accadono per caso”. Il sindaco ha anche annunciato che verrà messa una somma di denaro a disposizione della famiglia, composta dai genitori e da otto fratelli che Adnan, prima di essere ucciso, sosteneva con il suo lavoro di manutentore di macchine tessili.