Pubblicato il: 05/07/2020 alle 07:57
Apprendiamo ancora una volta dalla stampa che il sindaco Gambino intende utilizzare le risorse del “Decreto Rilancio” per pagare il debito Ato, nonostante le precedenti amministrazioni abbiano accantonato somme nel caso il Comune di Caltanissetta fosse stato condannato dalla magistratura a riconoscere tale debito. L’amministrazione Gambino, assumendo la decisione di approvare i bilanci Ato dal 2013 al 2019, si è accollato un debito che le precedenti amministrazioni avevano sempre contestato, rivolgendosi alle autorità giudiziarie per dirimere questa vicenda. L’amministrazione Gambino, con una scelta politica di cui deve assumersi la pesante responsabilità, ha scelto di sospendere tutti i giudizi in corso per accollarsi un debito oneroso. Nella esposizione della situazione di fatto e processuale riportata dalla stampa in ordine alla decisione del Comune di Caltanissetta di accedere ai fondi del Decreto Liquidità ci sono diverse imprecisioni:
1. la Giunta Gambino scrive che il Comune di Caltanissetta aveva riconosciuto il debito verso ATO con la Delibera di C.C. n. 34 del 30.12.2014. Nel ricordare che il consigliere del M5S allora votò contro perché contestava la sussistenza del debito – e si tratta dello stesso consigliere che oggi presiede il Consiglio Comunale – si segnala che si trattò di un ACCOLLO CONDIZIONATO all’ammissione del Comune al Fondo di rotazione regionale. Tale ammissione non ebbe luogo (come ha comunicato la Regione Siciliana con nota del 18.01.2019) e pertanto l’accollo ha perso ogni efficacia. Sul punto si è pronunciato il Tribunale di Caltanissetta con l’ordinanza del 05.06.2017 che conserva tuttora la sua efficacia: quindi non ci fu ricognizione di debito ma accollo condizionato e, dato il mancato avveramento della condizione, nessun debito è riconosciuto o dovuto.
2. la Giunta Gambino afferma che il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Caltanissetta ha accertato un debito di 12.907.511 euro del Comune verso l’ATO. Sorprende che la Giunta Gambino non ricordi che tali ordinanze sono state tutte sospese dallo stesso Giudice in quanto tale “riconoscimento” è stato pronunciato applicando una norma abrogata (l’art. 21 della Legge Regionale n. 19/2005, abrogato dall’art. 15 della Legge Regionale n. 9/2013). Sono attualmente pendenti tutti i giudizi di merito tra il Comune, l’ATO e i singoli creditori: solo alla fine di tali giudizi si saprà se il debito sussiste o meno. Allo stato, quindi, non c’è alcun debito accertato giudizialmente e non si comprende perché la Giunta Gambino insista a sostenere una tesi giuridica infondata e soprattutto contro l’interesse del Comune.
3. I pignoramenti non avrebbero dovuto essere neppure proposti in quanto i creditori hanno proposto il pignoramento direttamente presso i soci e non presso la tesoreria dell’ATO, in violazione della L. n. 720/1984, che lo vieta. Sul punto c’è l’Ordinanza del 05.08.2019 del Tribunale di Caltanissetta che ha dichiarato inammissibili i pignoramenti non eseguiti presso la tesoreria. Stranisce che la Giunta Gambino non ricordi l’esistenza di questo provvedimento, che è stato opposto dal creditore, non è stato sospeso ed allo stato è efficace.
4. la Giunta Gambino sostiene che con il bilancio del 2012, approvato nel 2014, il Comune di Caltanissetta aveva un debito verso l’ATO di 12.907.511: nulla di più sbagliato, in quanto nel bilancio 2012, che evidentemente essa non ricorda, era stato riconosciuto un CREDITO del Comune di euro 1.082.000.
5. la Giunta Gambino parla di due istanze di fallimento contro l’ATO rigettate dal Tribunale di Caltanissetta e mette tra virgolette il testo di parte dei provvedimenti giudiziali di rigetto: sotto un profilo tecnico non possiamo dire nulla perché non conosciamo il fascicolo del giudizio; ma rimaniamo stupiti del fatto che la Giunta Gambino sia in possesso di questi atti (se riporta frasi testuali del provvedimento lo è) che dovrebbero essere riservati. Ricordiamo che l’ATO negò alla Giunta Ruvolo i documenti societari e siamo in attesa di prendere atto della richiesta ufficiale di copia del provvedimento della Giunta Gambino e della nota ufficiale di trasmissione dell’ATO. Se non c’è questo scambio ufficiale, vorremmo capire in base a quale norma l’ATO, formalmente controparte del Comune, consegni un atto riservato alla sua controparte.
6. ancora una volta la Giunta Gambino sottace che la maggior parte di questo presunto debito deriva dalla TARSU non riscossa, sulla quale nulla si sa, se non che, nel caso di mancata riscossione, i Comuni non ne rispondono perché non c’è più la sussidiarietà.
7. ci appare gravemente superficiale non accorgersi che i Comuni che non hanno approvato i bilanci ATO abbiano fatto ricorso contro la delibera sostenuta dal Sindaco Gambino; cosa succederebbe se la magistratura dovesse dare ragione a questi Comuni?
Restiamo sempre sorpresi del fatto che tutti i passaggi politici e tecnici che hanno portato il sindaco Gambino ad approvare i bilanci ATO non siano stati discussi in Consiglio Comunale, così come non comprendiamo perché la due diligence, il documento redatto dal Prof. Stagno d’Alcontres, che motiva la necessità di resistere in giudizio contro l’Ato per tutelare la Città di Caltanissetta dall’accollo di un debito plurimilionario, resti secretato in un cassetto del sindaco. Tutto continua a restare avvolto nel mistero.
Si allegano le ordinanze citate su in questo comunicato.
Il Polo Civico Cives 3.0