Pubblicato il: 22/07/2020 alle 15:40
“Sono entrato attrezzato, uno si è pisciato addosso. L’altro mi ha risposto ma l’ho fracassato. Aveva un Mac, gliel’ho distrutto”: sono queste le parole di uno dei carabinieri coinvolti nell’operazione Odysseus, condotta nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Piacenza sugli illeciti che si sono verificati all’interno della caserma dei carabinieri Levante di via Caccialupo, ora sotto sequestro.
Sono circa 75 mila le conversazioni telefoniche, ambientali e i flussi di comunicazioni telematiche captati e analizzati dagli inquirenti nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto di sei militari. “Hai presente Gomorra? Guarda che è stato uguale. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”, dice uno dei civili arrestati mentre parla con uno dei carabinieri coinvolti nell’operazione, discutendo di un’estorsione finalizzata all’ottenimento di un’autovettura del febbraio scorso.
E ancora: “Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) abbiamo fatto una piramide: sopra ci stiamo io, tu e lui… ok? (…) siamo irraggiungibili”, dice uno degli arrestati in una conversazione in auto spiegando anche il loro modo di agire: “Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice (…) ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba… vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ e la roba gliela diamo noi! (…) quindi è una catena che a noi arriveranno mai!!”.
Estorsioni, torture, arresti illegali, spaccio, e non solo: “Abbiamo poi il rilascio di false attestazioni da parte del pubblico ufficiale finalizzata al trasporto dello stupefacente in periodo covid – afferma il pm Grazia Pradella -. Non se lo merita l’Arma ma non se lo merita neanche la città di Piacenza, la città stava contando i suoi morti e questo signore firma e controfirma un autocertificazione per permettere allo spacciatore di muoversi verso la Lombardia per procacciarsi lo stupefacente dicendo se ti fermano fai vedere che sei stato già controllato dai carabinieri della caserma e ci mette il timbro”.
Il comando generale dei Carabinieri ha dato il suo totale sostegno: “I gravissimi episodi oggetto di indagine sono ulteriormente aggravati dall’incommensurabile discredito che gettano sull’impegno quotidianamente assicurato dai carabinieri al servizio dei cittadini e a tutela della legalità”.
Il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego” per i militari coinvolti nell’inchiesta. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.