Pubblicato il: 05/01/2016 alle 12:52
Si è svolta nella prima domenica dell’anno, come ormai consuetudine della parrocchia San Michele, la Sacra Rappresentazione della natività. Un’occasione per raccontare la nascita di Gesù non solo come evento che ha dato inizio al Cristianesimo ma come anello di ricongiungimento tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, come segno tangibile dell’alleanza di Dio con il suo popolo.
Per la rappresentazione di quest’anno gli oltre 20 sceneggianti, attori improvvisati, hanno messo in scena un parallelismo tra tre gravidanze inattese perché “impossibili” e della reazione dei protagonisti a questo annuncio divino.
“La prima coppia – hanno spiegato gli organizzatori della Sacra Rappresentazione – era composta da Abramo e Sara, donna anziana e sterile. Nonostante ciò i due hanno accolto con gioia e fede l’annuncio della nascita del figlio Isacco restando grati e fedeli a Dio anche negli anni a seguire.
La seconda coppia, con un salto temporale di secoli, rievocava la storia di Zaccaria e Elisabetta, cugina della Madonna e anch’essa troppo anziana per avere un figlio. In questo caso è stata la fiducia di Zaccaria a vacillare ma alla fine, dopo aver costatato la misericordia del Signore, l’uomo benedice Dio e non dubiterà più.
La terza coppia, infine, era caratterizzata dalla Vergine Maria e da Giuseppe; quest’ultimo, dopo un iniziale turbamento, riceve la visita di un angelo che lo porta a credere alla sua promessa sposa e a portare a compimento il progetto di Dio”.
Non poteva mancare, come conclusione della rappresentazione, l’arrivo dei tre Magi che giungono alla stalla seguendo la cometa nel cielo. E’ lì che, trovandosi di fronte al bambino, comprendono la grandezza di Dio e ignorano la richiesta di Erode di consegnargli Gesù.
Teatro d’eccezione di questa rappresentazione che, con allegria e umiltà è riuscita a ben bilanciare le parti recitate con quelle cantate, è stata proprio la chiesa di San Michele.
Numerosi i bambini in prima fila rimasti attenti nel seguire l’evolversi delle vicende e a cantare quando, con l’arrivo dei Magi, è stata richiesta la loro partecipazione come coro.
“Crediamo molto alla trasmissione della fede ai bambini con l’esempio – hanno dichiarato i partecipanti – ed è per questo che, ogni anno, sono numerosi i volontari pronti a vestire i panni di un personaggio” a prescindere che si tratti di un pastorello, un angelo o San Giuseppe, poiché i veri protagonisti sono proprio loro: i bambini.
“Il dono della genitorialità concessa da Dio è il vero miracolo della vita”, un principio che conoscono bene i neocatecumeni, promotori e attori di queste rappresentazioni sacre. “Isacco, San Giovanni e Gesù, i tre bambini in scena, erano il vero simbolo di questo Natale – hanno ribadito al termine della rappresentazione – loro erano solo tre dei bambini nati da famiglie che frequentano il cammino neocatecumenale di San Michele”.
L’Epifania, del resto, è un evento che ogni anno ritorna e si rinnova nel suo significato e aiuta l’uomo a riflettere poiché, come si ascoltava durante uno dei canti “Dio ha mandato Gesù sulla terra per far sì che il peccato non regni più”.
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