L’estate è già alle spalle e si annuncia l’autunno, un autunno difficile per tutti ma per alcuni soggetti ancor di più. I disabili sono sempre stati una categoria fragile e da tutelare, in questo periodo in modo particolare. A Caltanissetta avevamo una struttura meravigliosa, la piscina olimpionica di Via Rochester, che utilizzavano semplici cittadini di ogni età e disabili; dall’estate del 2019 questo servizio è venuto meno a causa di problemi che, ancora oggi, non trovano un responsabile: il Comune? l’ultimo gestore? I bandi scritti con errori formali?
Fatto sta che i cittadini si ritrovano con una struttura che è lasciata all’incuria, nonostante il valore economico e sociale della stessa e, soprattutto, privi della possibilità di praticare un’attività, tra le più importanti del panorama sportivo. Ed i disabili? A loro, più che mai, tale servizio garantiva la mobilità fisica ed il contatto sociale con i propri istruttori e con gli altri utenti. E’ già la seconda estate che trascorre senza la piscina; ci si chiede perché! Una domanda senza apparente risposta.
In una società civile una struttura viene chiusa per problemi strutturali i cui responsabili non possono (o non vogliono) essere individuati.
Cosa si è fatto in questo periodo? Il nuovo gestore, individuato dal precedente bando, non ha accettato la gestione in virtù delle spese per la messa in sicurezza della piscina; i costi di riparazione avrebbero inciso troppo sui guadagni previsti. E allora? Piscina chiusa per tutti! I disabili a casa, senza altra possibilità di fare nuoto se non a pagamento presso strutture private.
Molti dei disabili che frequentavano la piscina, godevano del servizio di assistenza fornito dal Comune, ed usufruivano gratuitamente di tale servizio, in virtù di una graduatoria. Molte famiglie avevano chiesto al Comune, durante la chiusura della struttura, di poter usufruire in modo alternativo dei fondi destinati alla piscina: equitazione per i bambini o altri servizi.
Dal Comune non è arrivata alcuna risposta, eppure quei fondi erano (e sono?) a disposizione del Comune che non li elargisce più alle famiglie dei disabili. Che fine hanno fatto quei fondi? Come sono stati spesi? O devono ancora essere spesi? Anche questa ed altre domande sono destinate ad essere disattese.
I nisseni non hanno una vasca in cui nuotare da due estati, da molto prima della pandemia, che non può essere presa come scusa per la chiusura prolungata e perenne della piscina.
Ad aggravare la situazione dei disabili studenti, è arrivata la notizia che nelle scuole di ogni ordine e grado non ci saranno gli assistenti igienico/sanitari, figure professionalmente formate ad assistere gli alunni disabili che da soli non potrebbero mangiare o espletare autonomamente altre funzioni vitali.
Il periodo è difficile per tutti ma per alcuni cittadini è davvero un percorso ad ostacoli continuo e costante.
Grazie a tutti quanti non solo non risolvono i problemi in tempi rispettosi per i cittadini ma che, addirittura, ne aggravano l’entità.