Pubblicato il: 18/09/2020 alle 20:58
Meglio non indossare le gonne troppo corte, altrimenti "a qualche prof potrebbe cadergli l'occhio". Sarebbe stato questo, secondo quanto viene raccontato, l'invito rivolto dalla vicepreside del liceo romano Socrate ad alcune studentesse. Un richiamo – verbale, secondo quanto trapelato, e non scritto sotto forma di circolare o altro – che però ha sortito l'effetto contrario: un gruppo di alunne, infatti, ha deciso di protestare indossando proprio abiti corti e short.
Un dissenso portato immediatamente sui social, con uno slogan che non lascia spazio a equivoci: "Non è colpa nostra se gli cade l'occhio" si legge in un cartello, e in calce, a rimarcare il messaggio, l'hasthag #stopallaviolenzadigenere.
La contestazione è diventata virale in poche ore al punto che il ministero dell'Istruzione ha deciso di far luce sull'accaduto per verificare la dinamica dei fatti e, tramite l'Ufficio scolastico regionale del Lazio, ha chiesto un approfondimento. La scuola dovrà rispondere con una relazione sull'episodio che ha fatto molto scalpore.
Il preside del liceo, Carlo Firmani, dopo aver spiegato di non aver avuto ancora nessun riscontro "fattuale o documentale" sul 'caso minigonne', sottolinea di essere ancora in attesa della lettera di denuncia delle studentesse ma di essere pronto a fare tutti gli accertamenti del caso. E comunque, ci tiene a rivendicare che il "liceo Socrate è fieramente da sempre attento al rispetto di tutte le individualità e di tutte le opinioni, libere di esprimersi, all'interno del perimetro segnato solo dalla Costituzione, dal codice penale e dal buon senso ed e' altrettanto attento alle questioni di genere".
Sul liceo romano interviene anche il presidente nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, che pur ammettendo l'ovvia regola di frequentare le lezioni con un "abbigliamento decoroso, in segno di rispetto verso l'istituzione che la scuola rappresenta e verso sè stessi" punta il dito contro quella che sembra essere "la motivazione posta alla base di tale doverosa condotta" e cioè quel far riferimento a un "ipotetico e deprecabile voyeurismo dei docenti (uomini)".
Docenti che, sottolinea, "peraltro, svolgono un importante ruolo educativo". Detto questo, Giannelli invita però all'uso corretto delle parole: "Si deve evitare – ha sostenuto – che a causa di un evidente e marginale incidente comunicativo, la categoria dei docenti sia percepita dall'opinione pubblica in maniera distorta e degradata e che il liceo Socrate venga erroneamente rappresentato come presidio di una cultura oscurantista. L'episodio dimostra, una volta di più, quanto sia fondamentale utilizzare le parole correttamente e consapevolmente".