Ieri, con 4.458 casi in più di contagi covid in un giorno, l’Italia è tornata al livello dei picchi di aprile: va sottolineato, però, che ad aprile i decessi giornalieri erano ancora centinaia (il 4 ad esempio furono 681). Non solo: in terapia intensiva c’erano 4068 persone, in ospedale quasi 29000 pazienti, mentre oggi sono 3.925 e quelli in terapia intensiva 358. E tamponi ne sono stati effettuati, ieri, 125mila, record assoluto.
I numeri dunque quelli che sono, e ora l'obiettivo è scongiurare a tutti i costi il ritorno di quei ricoveri e di quei morti. Per questo, se la situazione dovesse peggiorare ancora (come appare tutt'altro che improbabile), sono già pronte altre misure, che potrebbero entrare in vigore già nel Dpcm del 15 ottobre, come mini-lockdown territoriali coprifuoco per bar, ristoranti e locali con chiusure anticipate alle 22 o alle 23, restrizioni agli eventi di massa, (ipotesi già accennata dal Comitato Tecnico Scientifico), limitazioni al numero di invitati o presenti a feste e cerimonie, limitazioni al numero di clienti all’interno dei negozi, limitazioni al numero di partecipanti ad attività sportive nei luoghi chiusi, comprese le palestre. Non ci sarebbero pero' chiusure totali.
Altre misure che sono prese in considerazione sono lo stop agli assembramenti davanti alle scuole, agli uffici e nei luoghi pubblici, compresi le fermate dei mezzi pubblici. I contagi però corrono in particolare in ambito familiare e amicale, e cioè proprio là dove il controllo dello Stato sulla vita privata è impossibile, se non introducendo nuovi divieti di visite a persone che non appartengono al proprio nucleo familiare. Nel caso in cui il Governo adottasse questa decisione, però, significherebbe, di fatto, un "lockdown mascherato".