Pubblicato il: 09/10/2020 alle 19:44
Torna in libertà il ventenne Awan Muhammad Sharjeel, accusato di aver fatto da palo nell’omicidio di Adnan Siddique (nella foto in alto), il giovane morto a Caltanissetta dopo essere stato accoltellato da alcuni connazionali. Il tribunale del riesame ha accolto l’istanza dell’avvocato Giuseppe Dacquì (nella foto) che ha sostenuto l’insussistenza dei gravi indizi. Secondo il legale del giovane pakistano, infatti, una delle conversazioni intercettate dal telefono del giovane, ritenuta gravemente indiziante, sarebbe stata mal tradotta dagli inquirenti. Da una prima traduzione sembrava infatti che il giovane stesse parlando con i parenti del Pakistan di questo omicidio e che i pianti dei parenti erano dovuti a quella confessione. Ma a quanto pare ci fu un errore sia nell’identificare gli interlocutori che nel tradurre quella telefonata. Sulla base di una nuova traduzione operata da un madrelingua, richiesta dalla difesa, è venuto fuori infatti che l’interlocutore non era l’indagato ma il padre, anche lui residente a Caltanissetta, e che il contenuto della conversazione nulla aveva a che vedere con l’omicidio. Nella conversazione si parlava della morte di un parente del ragazzo avvenuto in Pakistan. Il prossimo 2 novembre proseguirà dinanzi al Gip Gigi Omar Modica l’incidente probatorio per sentire alcuni testimoni.