Pubblicato il: 16/10/2020 alle 15:43
La statale Agrigento – Caltanissetta rischia di aggiungersi alla lunga lista delle grandi incompiute siciliane. Bisogna intervenire per evitare di stabilire un nuovo triste primato.
«I lavori di raddoppio della strada statale 640, Agrigento – Caltanissetta, non possono più aspettare. E’ arrivato il tempo delle scelte». Lo dichiarano Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Vincenzo Mudaro, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil preoccupati dello stallo di un’opera che rischia di rimanere incompiuta.
I tre sindacalisti assieme ai colleghi Francesco Cosca (Segretario Fillea Cgil), Franco Sodano (Segretario Filca Cisl), Nunzio Mangione (Segretario Fenea Uil) rimarcano l’importanza dell’investimento «che non va assolutamente perso ma tutelato con tutte le azioni possibili. In ballo ci sono posti di lavoro, indotto economico e iglioramento della mobilità per significativi porzioni del territorio regionale. Non possiamo permetterci – proseguono Giudice, Gallo, Mudaro – di subire un danno così enorme al quale si rischia di aggiungere la colossale beffa di restituire all’Unione europea la ragguardevole somma di 456 milioni di euro». «La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna – evidenziano i segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil – ha il dovere di onorare gli impegni contrattuali e su ciò va assunta una posizione netta dal Governo Regionale, Anas e tutte le Istruzioni che hanno responsabilità inclusa la stazione appaltante cioè ANAS.
Se al 30 novembre i lavori di raddoppio della strada statale 640 non dovessero far registrare significativi avanzamenti, riteniamo la rescissione contrattuale, da parte dell’Anas, la via maestra per puntare ad eliminare lo stallo e avviare un nuovo e repentino percorso di ripresa degli interventi». «Come forze sociali – concludono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Vincenzo Mudaro – ci stanno a cuore tutti quei fattori che incrociano economia, sviluppo viario, efficienza dei processi amministrativi, benessere della collettività. Però anche il governo nazionale deve fare la sua parte perché la politica dei sopralluoghi diretti non ha portato ad alcun risultato se non quello di far crescere il già lungo e triste elenco delle grandi incompiute siciliane, anche per questo va monitorata la perizia di variante ferma al Ministero