Pubblicato il: 28/10/2020 alle 16:02
Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un incontro tra l'Ugl Chimici e la direzione delle Relazioni Industriali di Eni, e della Raffineria di Gela per un aggiornamento della situazione della bio-raffineria di Gela e delle altre controllate dall’Azienda site nello stesso complesso. La riunione si è resa necessaria poiché abbiamo ritenuto doveroso dare delle risposte che servano a rasserenare tutti i lavoratori diretti e anche quelli che lavorano nel cosiddetto indotto. Il territorio gelese attanagliato dalla crisi economica, che ha portato anche alla chiusura di aziende locali, non può permettersi di perdere ulteriori certezze dal punto di vista occupazionale. L'Ugl insieme alla Segreteria territoriale, hanno incalzato la direzione di Eni, chiedendo esplicitamente che tutti i progetti presentati oramai nel lontano 2014, vengano perseguiti e realizzati. Anche quello denominato “Argo – Cassiopea”, che tra l’altro è il più importante, sia dal punto di vista realizzativo, sia per il valore dell’investimento in termini economici, e soprattutto perché darebbe nuovo vigore allo stabilimento. Eni ci ha confermato che, nonostante il quadro politico odierno non favorisca alcune attività specifiche del settore “Upstream”, nonostante la pandemia scoppiata in Italia e nel mondo, nonostante il dover rimodulare alcune gare a causa della lentezza burocratica, intende appunto mantenere gli impegni presi, anche andando a modificare ed implementare alcuni progetti come il BTU, che garantirà alla bioraffineria ulteriori possibilità di utilizzo di materie da trasformare in prodotti energetici. Nonostante una quasi naturale decelerazione per i motivi sopra esposti, i lavori proseguiranno, ed abbiamo chiesto e ottenuto ad Eni aggiornamenti periodici che ci verranno dati proprio per monitorare lo stato avanzamento dei lavori. Quindi possiamo considerare l’incontro di oggi proficuo per le certezze ricevute. Durante la riunione l’Azienda ci ha preannunciato che dovranno essere organizzati dei tavoli mirati per risolvere il problema dei “trasfertisti” legati ad un accordo fatto appunto con lavoratori di Gela, ora in altre sedi in Italia e all’estero.