Pubblicato il: 05/11/2020 alle 13:26
Pena ridotta a 8 mesi in appello per ciascuno dei quattordici residenti nelle palazzine di contrada Bumarro, a Mussomeli, imputati di omicidio colposo per l’incidente che costò la vita, nella primavera del 2007, al piccolo Salvo Lo Monco, caduto in un dirupo in quel momento non delimitato e non segnalato adeguatamente, almeno secondo l’accusa.
Sconto di pena per Salvatore Nobile, Salvatore Morreale, Maria Mistretta, Calogera Rosanna Sofia Salamone, Salvatore Romito, Maria Carmela Sola, Salvina Amico, Adriano Navarra, Enzo Marco Costanzo, Maria Nobile, Vanessa Nobile, Giovanni Giardina, Vincenzo Bonfante e Salvatore Corbetto. La conferma della sentenza di primo grado era stata sollecitata dal sostituto procuratore generale Antonino Patti e dal legale di parte civile dei genitori del piccolo Salvo, l’avvocato Giuseppe Dacquì, il quale ha chiesto e ottenuto anche la conferma del pagamento della provvisionale da 120mila euro e del risarcimento danni. Per tutti gli imputati la seconda sezione penale della Corte d’appello (presidente Maria Carmela Giannazzo, consiglieri Sebastiano Di Giacomo e Alessandra Giunta) ha revocato la condizione secondo cui la sospensione della pena era subordinata al pagamento della provvisionale. In primo grado la condanna era stata di un anno ciascuno.
Era l’8 maggio 2007, quando il piccolo Salvo Lo Monaco finì in un dirupo di contrada Bumarro mentre giocava con la sua bicicletta. Il bambino morì dopo diversi giorni trascorsi in ospedale a causa delle ferite riportate.
All’epoca, nella zona, erano in corso dei lavori per realizzare alcune strutture sportive. Secondo l’accusa i luoghi non sarebbero stati tenuti sufficientemente in sicurezza, in quanto, nel punto dove avvenne la tragedia, non c’erano ringhiere e il pericolo non sarebbe nemmeno stato segnalato adeguatamente con cartelli o altri segnali. Gli avvocati difensori Michele Ambra, Antonio Impellizzeri, Rocco Guarnaccia e Walter Tesauro avevano chiesto l’assoluzione dei loro assistiti sostenendo l’assenza di responsabilità dirette per l’accaduto.
La condanna per omicidio colposo era arrivata in primo grado già nel 2012 e in appello nel 2014, ma nel 2016 la Cassazione aveva annullato le sentenze precedenti per un vizio di forma, disponendo che si ripartisse dall’udienza preliminare. La motivazione verrà depositata entro i prossimi 45 giorni. (Vincenzo Pane, La Sicilia)