Pubblicato il: 08/12/2020 alle 20:19
Rifornimento di carburante a rischio sotto le feste: da lunedì 14, infatti, ci sarà lo sciopero dei benzinai con gli impianti di distribuzione carburanti che rimarranno chiusi sia nella rete ordinaria che in autostrada. Lo sciopero, che inizierà il 14 sera si concluderà la mattina di giovedì 17 e riguarderà anche la Sicilia, anche se tutto dipenderà dalla percentuale di adesione dei distributori alla serrata.
Lo sciopero dei benzinai è stato annunciato da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio: "La decisione – scrivono – si è resa necessaria in conseguenza della inspiegabile indisponibilità del Governo ad inserire le piccole e piccolissime imprese di gestione a cui sono affidati gli impianti, nel novero delle categorie che beneficiano dei provvedimenti di sostegno inseriti nei diversi Decreti Ristori", l’ultimo dei quali è approdato in Parlamento pochi giorni fa dopo il via libera del Governo seguito all’approvazione del nuovo scostamento di bilancio da otto miliardi.
"La distribuzione carburanti – mettono in evidenza gli operatori del settore annunciando la decisione di chiudere gli impianti – è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell’attività, nell’interesse della collettività, per consentire lo spostamento delle persone ed il trasporto di ogni genere di merci".
"Ne consegue – spiegano Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – che i gestori, oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l’attività di distribuzione a disposizione del pubblico". Una condizione, lamentano, "che, già in questi giorni, sta causando sul territorio chiusure incontrollate e forzate, a causa della mancanza di liquidità e della impossibilità di acquistare forniture di prodotti".
Secondo le associazioni di categoria queste circostanze, questi "fatti, preludono all’ormai prossimo progressivo fallimento delle piccole imprese di gestione, con riflessi drammatici sui livelli occupazionali del settore che dà lavoro – ricordano – a quasi 100.000 persone".