Pubblicato il: 17/12/2020 alle 21:10
È uscita oggi un’importante sentenza del Tribunale di Caltanissetta che potrebbe dare un segnale di speranza e di ottimismo a molti imprenditori e commercianti, pressati dalla crisi economica dovuta al COVID-19, che porta anche tanti problemi con incassi, tasse e banche.
Questo è il caso. Una banca chiede un decreto ingiuntivo per un importo notevole a una società e ai soci che ne erano fideiussori. La società e i soci subiscono le conseguenze di questo provvedimento, consistenti nella revoca degli affidamenti bancari, la caduta del rating bancario, l’impossibilità di ricorrere al credito anche spicciolo, la riduzione dell’attività, del fatturato e della qualità della vita dei soci stessi che avevano firmato la fideiussione.
Tramite l’Avv. Antonio Onofrio Campione società e soci hanno proposto opposizione al decreto ingiuntivo, in quanto, da un esame degli estratti conto, era emerso che la banca aveva applicato interessi usurari e aveva caricato il conto di voci di spesa che la normativa bancaria e la giurisprudenza ritengono illegittime.
Dopo cinque anni di causa e dopo una consulenza tecnica d’ufficio, il Tribunale di Caltanissetta, in persona del Dr. Andrea Antonio Giuseppe Gilotta, ha revocato il decreto ingiuntivo in quanto ha riscontrato che il carico degli interessi usurari e delle altre commissioni era pari all’importo oggetto dell’ingiunzione.
Insomma, il Giudice ha stabilito che i clienti nulla dovevano alla banca perché quella somma enorme era in realtà frutto di interessi e di commissioni non dovute, che si sono accertati tali solo dopo una lunga causa.
«La società e i soci si sono liberati da questo peso, anche se nessuno potrà risarcirli del tempo perduto e delle occasioni mancate nell’attesa che il decreto ingiuntivo venisse revocato – ha detto l’Avv. Campione alla nostra redazione – La normativa e la giurisprudenza in materia sono chiare, ma molti istituti di credito – non tutti, per la verità – continuano a fare gravare sui conti correnti interessi e commissioni non dovute: per questo è importante che imprenditori e commercianti facciano le loro verifiche quando i conti non tornano e, se necessario, facciano valere le loro ragioni nelle sedi competenti».
La città di Caltanissetta si trova in fondo alle classifiche di qualità anche per le risorse e le attività delle imprese, molte delle quali hanno chiuso a causa della pandemia, lasciando saracinesche abbassate e luci spente. Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate annuncia la ripresa delle attività di riscossione con l’inizio del nuovo anno e non poche banche stringono le maglie del credito, invece di allargarlo. Ma ogni tanto si vede una luce dal tunnel della lunga e grave crisi siciliana.