Pubblicato il: 30/12/2020 alle 10:40
La campagna vaccinale contro il Coronavirus è iniziata ma per i primi risultati bisognerà ancora attendere qualche mese, così nell'immediato la testa va al dopo festività e inevitabilmente al nuovo Dpcm. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha confermato che dal 7 gennaio potrebbe tornare in auge il sistema a zone che pare aver dato i suoi frutti ma per averne certezza bisognerà attendere il nuovo decreto del premier Conte subito dopo l'Epifania.
E intanto torna a preoccupare la situazione epidemica in Sicilia, dove sfiora quota mille (995) il numero dei nuovi positivi al Covid, su 8.807 tamponi processati, con una percentuale del 11,29%, il 2,4% in più della media nazionale. Le vittime sono 26 (2.352 dall’inizio della pandemia). I positivi 33.409 (+163). Negli ospedali i ricoveri sono 1262, 23 in più rispetto a ieri: in regime ordinario 1093 (+29) e 169 (-6) in terapia intensiva. I guariti sono 806.
Un richiamo a mantenere alta l’attenzione arriva dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, dopo la diffusione dei dati aggiornati al 15 dicembre, da parte dell’Ufficio statistica del Comune, che certificano l’incremento della mortalità totale già rilevato nei precedenti rapporti. A ottobre i decessi a Palermo sono stati 593, il 28% in più della media degli ultimi 5 anni; a novembre 791 (+65% sullo stesso periodo) e nei primi 15 giorni di dicembre 368, contro una media degli ultimi 5 anni di 294 (+74, pari a +25%).
Nel periodo preso in esame (dal 30 settembre al 15 dicembre), si registra un incremento dei decessi del 41%. Nel frattempo proseguono le vaccinazioni: iniettate le dosi ad altri 50 operatori sanitari per ogni azienda ospedaliera e anche a medici delle residenze per anziani. Resta in questo momento un gran numero di esclusi dalla 'priority list’: odontoiatri, farmacisti e medici specialisti privati che non saranno vaccinati insieme ai loro colleghi. L'Ordine dei medici e dei farmacisti chiede che la lista sia modificata e che le due categorie, al completo, rientrino tra i primi a ricevere il vaccino.
Come detto però l'attenzione torna sulla curva epidemica: «Le misure introdotte con il Dpcm 3 novembre 2020 si sono ormai esaurite, ma non riusciamo a percepire gli effetti della risalita dei nuovi casi per l’esiguo numero di tamponi effettuati durante i giorni di festa rende complessa l’interpretazione dei dati», ha spiegato Nino Cartabellotta, medico e presidente della fondazione Gimbe.
«Il nostro monitoraggio si basa sui dati settimanali raccolti ogni martedì – spiega l’esperto – e nell’ultima settimana, quella che va dal 23 al 29 dicembre, abbiamo registrato un calo talmente importante nel numero di tamponi che il dato sui nuovi casi è difficilmente giudicabile, parliamo di poco più di 90mila casi rispetto ai 107mila della settimana precedente, ma il rapporto tra positivi e test effettuati è aumentato dal 22,9 al 26,2 per cento».
Ciò suggerisce, aggiunge Cartabellotta, che i nuovi casi non sono stati rilevati non perché non esistano ma piuttosto perché la media giornaliera dei casi testati è poco inferiore a 10mila. «Al di là di questo – prosegue Cartabellotta – la discesa delle curve dei ricoverati con sintomi e in terapia intensiva si è quasi stabilizzata. Ovvero le misure hanno funzionato, ma adesso hanno esaurito il loro effetto. Il numero di decessi, invece, resta piuttosto elevato, e questo è una conseguenza anche di un altro problema, quello dei ritardi nelle notifiche dei decessi. Questa settimana ha sofferto in maniera particolare del fatto che abbiamo vissuto quattro giorni di festa su sette, che hanno inevitabilmente influenzato sia il testing che il flusso di dati».
L’esperto precisa poi che nelle prossime due settimane assisteremo verosimilmente ad un incremento di casi e di ospedalizzazioni. «I numeri di oggi – sostiene Cartabellotta – dipendono dagli effetti delle varie scoloriture delle regioni, dal rosso all’arancione e dall’arancione al giallo e fino alla situazione di calo dei giorni che hanno preceduto il periodo natalizio».