Il viceministro Cancelleri continua con le sue farse convinto che i siciliani credono ancora alle fiabe.
Per sviare il pensiero dei siciliani e per illuderli ulteriormente si è persino inventato un presunto “retro cantiere in Sicilia” per costruire 1700 km di autostrada lungo la costa Libica.
Pur di non costruire in Sicilia l'alta velocità ed il Ponte, opere veramente indispensabili e strategiche per il meridione e la Sicilia, si inventa una autostrada in Libia.
Questa voglia di andare a costruire in Libia, chissà perché, ci ricorda la fallimentare politica coloniale di qualcuno che ha governato per 20 anni in Italia qualche decennio fà.
Ancora una volta Cancelleri parla del “Progetto Sicilia” senza sapere di cosa parla: di “Progetto Sicilia” conosciamo solo quello scritto dodici anni fa dall’Architetto Pier Paolo Maggiora. Non ne conosciamo altri!
Come non conosciamo alcun progetto di tunnel sottomarino e neanche di gigantesche catapulte!
Quando il viceministro parla della enorme mole di lavori che metterà in moto quest'anno, ammette che l'attraversamento stabile dello stretto, che personalmente invece definisco “Ponte del Mediterraneo”, è ancora in fase di studio e approfondimento e che si deve ancora decidere la tipologia dell'attraversamento stabile e se questo collegamento serva davvero.
E’ troppo evidente che il viceministro, ubbidendo alle logiche di Grillo e Zingaretti, il Ponte non lo vuole e aggiunge che per il Recovery Plan “l'Europa ammette solo opere che si possono completare entro il 2026 e che sono in fase avanzata di progettazione e di autorizzazione”.
Ebbene, tutti ormai sappiamo che il Ponte è tra le poche opere cantierabili, che ha superato tutte le autorizzazioni necessarie e che potrebbe essere ultimato entro cinque anni.
La verità è che questo governo ha fallito per la politica che riguarda il mezzogiorno e non sappiamo se ancora possiamo riparare, se ancora possiamo intervenire sul Recovery Plan e se possiamo ancora bloccare le scellerate prese di posizione del viceministro e soci.
Quello che serve è una mobilitazione dei Presidenti delle Regioni del Sud che invece continuano nel loro assordante silenzio.
E ancor di più è necessaria una profonda presa di coscienza dei meridionali e dei siciliani in particolare sulla necessità di costruire insieme un movimento di opinione meridionalista nel rispetto delle regole civili e costituzionali.
Salvatore Giunta
Consigliere Nazionale
Unità Siciliana LA API