Pubblicato il: 27/02/2021 alle 16:59
"Di fronte ad una grave crisi idrica come quella che da anni si vive a Gela, sono necessari interventi seri e rigorosi. Non sono giustificabili né atteggiamenti ammiccanti, né compromessi e concessioni di favori di varia natura". E' quanto afferma il sindaco di Gela Lucio Greco in una lettera inviata agli organi di stampa e indirizzata a Caltaqua dopo una polemica scoppiata per via di un incontro promosso dalla società spagnola con i rappresentanti del quartiere San Giacomo, incontro svoltosi non coinvolgendo l'amministrazione comunale.
"Giudicare normale, da parte dei dirigenti di Caltaqua, un incontro con alcuni rappresentanti di quartiere – afferma il primo cittadino di Gela – durante il quale si discute anche della possibilità di un dono, la dice lunga sul modo in cui tale società concepisce la sua funzione.
Questa tecnica di incontrare gruppi di cittadini, e favorire trattative private coi singoli quartieri, ci ricorda la locuzione latina “Divide et Impera” al fine di ottenere un consenso sociale. Non è un'operazione assolutamente accettabile, perchè mina alla base l'unità della comunità e non fa parte della prassi di una realtà democraticamente avanzata.
In tutta Gela c'è una questione Caltaqua, ed è in tutta Gela che dev'essere risolta. E' il Comune che si deve fare carico dei bisogni dei cittadini, e non una società che ha la finalità esclusiva di maturare degli utili. Caltaqua si deve rendere conto “che la cuccagna è finita”.
Tutti i compromessi di natura politica, i cui segni sono tuttora evidenti e visibili, è meglio che li metta da parte. Farò valere i diritti dei miei concittadini costi quel che costi, e non mi lascerò certamente intimidire da minacce velate che potrebbero essere efficaci solo per chi della politica ha una visione utilitaristica.
Suona oltremodo paradossale – scrive Greco – che proprio una società come Caltaqua, che ha fatto nella nostra città il bello e il cattivo tempo, lasciando a secco i nostri rubinetti e distribuendo acqua non sempre potabile a prezzi elevatissimi, minacci ora il Sindaco di portarlo nelle “opportune sedi”.
Non so cosa intendano per “opportune sedi”; per quel che mi riguarda possiamo arrivare anche alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che sicuramente stenterebbe a credere che in alcune zone dell'Europa ci siano ancora aree che, per qualità del servizio idrico, sono paragonabili a paesi del terzo mondo".