Pubblicato il: 05/03/2021 alle 12:48
“Ho conosciuto Antonello Montante negli anni ’80. Lo vidi alcune volte e credo di averci parlato forse 3 minuti. Sapevo che era un imprenditore con un’azienda di ammortizzatori. Poi per anni non lo vidi più fino al 2005 quando ricoprivo il ruolo di consigliere comunale”. Lo ha detto Alfonso Cicero chiamato oggi a deporre in aula Bunker nell’ambito del processo sul “Sistema Montante” che si celebra con rito ordinario a Caltanissetta. Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap Sicilia, parte offesa e parte civile nel processo, è considerato teste chiave dell’inchiesta.
“Nel 2005 ero un giovane esponente dell’Udc e ricoprivo ruoli istituzionali in enti della Regione Siciliana. Ricordo che quello era il periodo in cui credo già fosse presidente di Confindustria di Caltanissetta, quando era decollata la stagione famosa della legalità. Un giorno lo incontrai casualmente uscendo dal Comune e lui mi fermò e mi disse che seguiva le mie iniziative politiche, che aveva particolare stima nei miei confronti e mi disse che gli avrebbe fatto piacere avere un confronto per scambiarci delle battute su varie tematiche sul territorio La nostra conoscenza divenne poi amicizia. Credo anche di aver espresso solidarietà in alcune occasioni in cui riceveva minacce. Parlo degli anni tra il 2005 e il 2009. Poi nel 2009 quando lasciai l’impegno politico, a seguito della mia eliminazione di candidato a sindaco, lui mi contattò per darmi massima solidarietà”.
Nel frattempo Marco Venturi entrò a far parte della giunta Lombardo e Cicero venne nominato Commissario straordinario dell'Asi a Enna. “Notai – ha detto Cicero durante la sua deposizione – delle cose strane che riguardavano Montante tra il novembre 2009 e ottobre 2012. Mi disse: ‘Non devi parlare mai della mia persona”. Quello che mi succede nel 2013, quando ero già sotto tutela, fu ancora più strano. Mi disse ‘Guarda che so che tu parli di me in macchina me lo ha detto il colonnello Sozzo’. Era qualcosa che non comprendevo. Altra cosa strana – continua Cicero – erano gli incontri a due. Ci vedevamo a Serradifalco spesso a casa di Montante. Poi è capitato, penso un 4 o 5 volte tra il 2011 al 2013 che lui conversava a telefono con qualcuno che lo chiamava dottore, e scriveva appunti su un block notes fermi di polizia o posizioni giudiziarie di alcune persone. Cose che mi lasciarono molto perplesso. Il modo in cui conversava con questa persona mi faceva pensare che fosse un suo collaboratore”.