Ancora una volta trombati, ingannati e traditi da un governo antimeridionalista che non vuole lo sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia. Non considerare il Ponte come opera prioritaria e strategica per il Mezzogiorno e per l'Italia intera, non solo è la dimostrazione della profonda ignoranza e malafede di questo governo, ma dimostra altresì la sua volontà di mantenere due Italie, una ricca e infrastrutturata e l'altra povera, senza risorse né infrastrutture, riserva di manodopera anche intellettuale e di voti estorti con il ricatto e l'elemosina.
Il ministro Cingolani, il ministro Giovannini e il sottosegretario Cancelleri sono nemici dei siciliani e dei meridionali, non stanno facendo nulla per gli italiani del Sud!
Remano contro lo sviluppo e il progresso, relegandoci a ruolo di Cenerentola dell'Europa, senza prospettiva e speranza per i nostri giovani. Una occasione come questa, i fondi europei del Recovery, non si verificherà mai più, stiamo perdendo il treno della ripresa ed è imperdonabile la cecità di un governo che non capisce o non vuol capire. Avevamo accolto la nomina di Draghi con un certo moderato ottimismo, considerata la sua" statura "economica e politica e soprattutto considerando il particolare momento pandemico, che richiedeva competenza e unità delle forze politiche.
Invece abbiamo ricevuto solo delusione e amarezza. A nulla sono serviti i nostri appelli, le lettere di insigni cattedratici e politici, le esortazioni a concedere almeno metà dei fondi UE al Mezzogiorno, a nulla è servito avere progetti subito cantierabili e infine a nulla sono servite le insistenze di WeBuild "possiamo aprire i cantieri in quattro mesi e possiamo rientrare nei 6 anni previsti per il completamento del Ponte”.
La priorità è creare lavoro, più che intervenire con ristori e con redditi di cittadinanza che possono avere una funzione solo nell'immediato e sicuramente non saranno sufficienti per la ripresa.
Il lavoro si può creare rilanciando le infrastrutture attraverso progetti di nuove opere e progetti già pronti come il Ponte sullo Stretto. Solo una ferma protesta democratica di tutto il Sud, dei suoi sindaci, dei presidenti delle regioni, del mondo accademico e dei cittadini può cambiare il corso delle cose e ridare dignità ad un popolo anche questa volta tradito e umiliato.
Salvatore Giunta
Consigliere Nazionale
Unità Siciliana LE API