Pubblicato il: 09/04/2021 alle 14:43
“I miei rapporti con Montante si interrompono il 19 luglio del 2015 mentre attendevo la mia riconferma come presidente Irsap Sicilia. Su questa riconferma prendevano tempo sostenendo che io non avessi i requisiti. Dopo che i rapporti furono interrotti io e Marco Venturi cominciammo ad avere paura di essere intercettati da Montante. Avevamo capito che era un soggetto pericoloso. Dicevamo ‘questo ci ammazza o ci fa ammazzare’". Lo ha detto l’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, sentito in qualità di indagato di reato connesso (su denuncia di Salvatore Iacuzzo) questa mattina nel corso dell’udienza del processo sul “Sistema Montante” che si celebra con rito ordinario nei confronti di 17 imputati. "Avevamo paura di andare direttamente dai magistrati – ha aggiunto il teste – perché avevamo capito i rapporti che aveva con loro e le forze dell’ordine e per questo raccontammo tutto al giornalista Attilio Bolzoni”.
“L’assessore Linda Vancheri non esisteva – ha poi detto Cicero, rispondendo al pm Maurizio Bonaccorso, relativamente al periodo in cui era ancora presidente dell’Irsap – le decisioni venivano prese da Antonello Montante. Anche i cambi di rotta erano determinati da Montante. Anche chi doveva essere ricevuto o non ricevuto in assessorato lo decideva Montante. Quest’ultimo comandava i politici. Lumia era sotto suo ordine, il suo politico. Non esiste il sistema Lumia, esiste il sistema Montante. Non si muoveva nulla e c’era la paura di Montante o la voglia di tutti di stare con lui”.