Cresce la preoccupazione tra le migliaia di testimoni di Geova della comunità italiana e russa che vivono in Sicilia – 1.208 per l'esattezza nell'Isola, 29 dei quali residenti a Caltanissetta – per quello che sta avvenendo in Russia. In una nota, infatti, i Testimoni di Geova fanno sapere che “recentemente l’ufficio del procuratore generale della Federazione Russa ha inviato alla nostra organizzazione in Russia una lettera formale che annuncia la proscrizione del nostro culto, sebbene in Russia ci siano quasi 180.000 Testimoni di Geova. La lettera minaccia lo scioglimento del nostro ente giuridico in Russia a meno che i Testimoni di Geova cessino quelle che il governo definisce attività estremiste. Questo ultimatum ha implicazioni molto estese e preoccupanti. Ingiunzioni del genere, infatti, spesso preludono a una escalation di violazioni di diritti umani verso molti altri cittadini e organizzazioni. Lo conferma il fatto che il 20 luglio scorso sia entrata in vigore in Russia una nuova legge che criminalizza qualsiasi individuo o associazione religiosa “diffonda informazioni sulle proprie credenze” senza il permesso del governo. Alcuni considerano questa nuova legge più dannosa per la libertà di espressione e di culto rispetto alle leggi in vigore nell’ex Unione Sovietica. Secondo i Testimoni di Geova “i 1208 cittadini russi che vivono in Sicilia (29 a Caltanissetta) sono preoccupati per quello che sta succedendo in Russia e per i pericoli a cui questi sviluppi espongono i loro familiari e amici che vivono ancora lì”.