"Di fronte ai problemi di salute, la politica si ferma e arresta ogni polemica. E’ una regola tacita, non scritta, dettata dal buon senso e dal rispetto che prescinde, o dovrebbe prescindere, ogni tipo di rapporto. In tempi di pandemia, poi, è ancora più chiaro che bisognerebbe evitare ogni presa di posizione, rimandandola a tempi migliori. Era quello che, come maggioranza, avevamo deciso di fare, limitandoci ad augurare alla consigliera di Fratelli d’Italia, Sandra Bennici, auguri di pronta guarigione e rinviando ogni discussione a dopo la negativizzazione". E' quanto affermano in una nota, i partiti di maggioranza del consiglio comunale, dopo che è scoppiato a Gela il cosiddetto "Caso Bennici", riguardante la consigliera comunale Sandra Bennici, la quale ha scoperto di essere positiva dopo aver partecipato a delle sedute del consiglio comunale e omettendo di far presente che il figlio era positivo e che quindi lei avrebbe dovuto osservare un periodo di quarantena.
"Purtroppo – prosegue la maggioranza – l’intervista piena di falsità e contraddizioni che lei stessa ha deciso di rilasciare pubblicamente ci costringono a prendere la parola per far crollare il suo castello di bugie, che appaiono come un maldestro tentativo di arrampicarsi sui vetri per nascondere le proprie colpe. Da settimane circolava, negli ambienti politici, la voce della positività di suo figlio, ma nessuno di noi aveva voluto credere che corrispondessero a verità, perché ci rifiutavamo di pensare che una rappresentante del popolo potesse comportarsi in un modo tanto arrogante e poco rispettoso, forse credendosi al di sopra delle leggi. La sua voglia di apparire e discolparsi ha superato ogni limite, e a parlare sono i fatti, sono tutte cose facilmente dimostrabili anche solo attraverso l’incongruenza tra le date che elenca. Se il figlio ha iniziato a stare male il 21 luglio, infatti, non si capisce come mai lei affermi di essersi messa in isolamento volontario e non risulti, come avrebbe dovuto, contatto diretto di positivo con quarantena obbligatoria disposta dall’ASP. Non solo, non si riesce a comprendere come mai abbia dichiarato di non vedere il figlio dal 16 luglio (tanto da spingerlo a fare il tampone il 21) se poi afferma che solo il 21 il ragazzo inizia a stare male. Come se non bastasse, il 24 luglio, quando cioè avrebbe dovuto essere in isolamento, partecipa ad un matrimonio (e ci sono foto che lo dimostrano) e nei giorni successivi non si risparmia in cene e feste, fino ad arrivare a quella del 2 agosto, quando viene immortalata insieme ai colleghi della RSA.
Ancora, il 30 luglio partecipa all’approvazione del pef in presenza, quando avrebbe potuto e dovuto partecipare ai lavori d’aula in remoto, ma ha il coraggio di dire che non ha messo piede in consiglio fino al 2. Bugia bella grossa. Proprio lei, che ha sempre affermato di conoscere a menadito, per ragioni professionali, protocolli e regole, e che ha ripetutamente accusato l’amministrazione comunale di superficialità, ha violato tutte le norme possibili e immaginabili e ha nascosto a tutti che il virus era entrato nella sua casa, sebbene l’ufficializzazione sia arrivata solo verso la fine del mese di luglio.Mentre tutti noi ci vaccinavamo e lanciavamo appelli alla vaccinazione, lei, per nascondere le sue gravi malefatte, osava perfino affermare di essersi contagiata in consiglio comunale, quando è noto che tutti i colleghi della civica assise sono risultati negativi ai tamponi. Un atteggiamento che rasenta la calunnia.
Ammalarsi non è reato, non è una colpa. Comportarsi in maniera superficiale, nascondendo la malattia e mettendo a rischio anche tutti noi è gravissimo, e potrebbe, questo si, configurare un reato: quello di epidemia dolosa. La consigliera Sandra Bennici per settimane ha tenuto comportamenti deprecabili e irresponsabili con i quali è riuscita persino a creare un danno d’immagine per tutta la classe politica locale. In un momento così delicato, pensare che un personaggio del genere appartenga alla Commissione Sanità ci fa rabbrividire. Per questo, chiediamo le sue immediate dimissioni da componente della Commissione e auspichiamo nuovi, drastici provvedimenti non appena entreremo in possesso della relazione dell’ASP che chiarirà tutti i dettagli di questa assurda vicenda.