"Sul web si sono viste foto e filmati di Corso Umberto trasformato in campo di calcio, soprattutto la sera, tra i luoghi che ricordano i momenti più belli della città. Da palazzo di Città a palazzo Moncada, dalle chiese più belle ai circoli, dalle banche al caffè Romano di una volta, dal palco dei comizi a tutti i monumenti che hanno segnato nel tempo la storia, importante, del nostro vivere civile. Non si tratta di negare uno spazio ai ragazzi che hanno tutto il diritto di tirare quattro calci ad un pallone, ma non è opportuno che questo avvenga in piazza, fra le mura dei nostri palazzi nobiliari e le nostre chiese tardo barocche". E' quanto scrive Salvatore Giunta (Circoli della Società Civile – Sicilia per l’Europa). Dobbiamo entrare nella logica di una città moderna, dove convivono pacificamente genti di etnie diverse, di diversi costumi e di diverse religioni, di giovani che non si possono relegare nei nostri quartieri storici più popolari, nei ghetti, e che hanno bisogno di sfogo, di spazi, di idonee strutture sportive. Se vogliamo operare una vera inclusione e integrazione dei giovani extracomunitari, se vogliamo che anche i nostri giovani abbiano spazi dove praticare attività sportive, dove riunirsi la sera insieme ai giovani di altre etnie, dobbiamo rivoluzionare la nostra mentalità, aprire luoghi di svago, ma è indispensabile far rispettare i luoghi dove storicamente ci si deve riunire per discutere della città, della sua cultura, di politica, di affari, senza il rischio di ricevere pallonate o essere coinvolti in dispute e risse. Il tema del centro storico ha interessato tutti i partiti politici e tutti i sindaci che si sono alternati e succeduti, senza ottenere, nessuno di loro, un risultato eclatante, tanto che da più parti si giustifica persino che in piazza si giochi a calcio la sera.Assistiamo al collasso della città; senza più mercati o fiere o comizi, del salotto di Città si fa un campo di calcio! C'è ancora speranza? Se Caltanissetta conserva ancora il ricordo di quella che fù la “piccola Atene”, se Caltanissetta ha ancora l'orgoglio di città, se Caltanissetta ha ancora un progetto per il proprio futuro, è indispensabile che tutti gli uomini e le donne che amano la città, mettano insieme le loro energie per ritrovare la strada maestra e il senso comune delle cose, del vivere civile, offrendo ai giovani non solo la possibilità del lavoro e dell'occupazione ma anche quella dello svago e dello sport".