Pubblicato il: 02/09/2021 alle 10:15
Nella serata del 31 agosto scorso, il Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia – Catania, con decreto n. 499/21, ha sospeso il Calendario venatorio della Regione Siciliana (emanato con decreti dell’Assessore all’agricoltura n. 37/GAB del 26 luglio 2021 e n. 45/GAB del 24 agosto 2021). Ne consegue che la caccia è immediatamente sospesa su tutto il territorio regionale almeno fino al 1° ottobre, data indicata da ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) nel suo parere rilasciato alla Regione, ma da questa non accolto.
Il Tar ha motivato tale importante e rilevante decisione che sospende l’apertura della caccia in Sicilia, prevista per oggi 1° settembre 2021, rilevando come "anche in considerazione della rappresentata, particolare situazione emergenziale nel territorio siciliano, occasionata da diffusi incendi sviluppatisi nel periodo estivo e degli intuibili effetti sull'ambiente e sulla fauna stanziale, appare prevalente l’interesse pubblico generale alla limitazione dell’apertura della stagione venatoria, così come proposta, motivatamente, nel parere prot. n. 33198 del 22.6.2021 dell’ISPRA".
La decisione assunta dal TAR Sicilia si deve alle associazioni animaliste e ambientaliste che hanno impugnato il Calendario venatorio regionale. Diversamente, oggi, nella Sicilia in cui sono andati in fumo 80mila ettari di boschi e di campi, si sarebbe aperta, con un anticipo di quasi un mese, la stagione della caccia. Inascoltati dal governo regionale presieduto da Musumeci i numerosi, pressanti appelli per sospenderla. E comunque, tra un mese esatto, oltre 25mila cacciatori siciliani potranno abbattere legalmente fino a 15 animali al giorno: un massacro di 375mila – tra colombacci, conigli e altre specie – per ogni giorno di caccia, da qui alla fine della stagione il prossimo 31 gennaio 2022. E qual è il colmo? Il colmo è che l’ineffabile presidente della Regione Siciliana Musumeci si dichiara “animalista”. Certo: così come si dichiara amante del paesaggio e della bellezza dell’Isola. Il nostro sconcerto è davvero forte. La nostra indignazione è totale. La loro inverecondia è senza limiti.
Ma, mercoledì 1° settembre, in serata, una nuova svolta: dopo il decreto del TAR, che ha sospeso la caccia e adeguandosi al parere dell’Ispra, la Regione Siciliana corre ai ripari ed emana un nuovo Calendario venatorio. L’atto, firmato dall'assessore all'Agricoltura Toni Scilla, cambia nuovamente le carte in tavola e riapre la caccia. Insomma: da sabato scatterà proprio la pre apertura, prevista anche domenica 5, sabato 11 e domenica 12 settembre. In questi giorni si potrà andare a caccia solo del colombaccio e del coniglio selvatico. Tutte le altre specie animali si potranno cacciare dal 19 settembre, data in cui è prevista l'apertura generale della stagione venatoria, che andrà avanti fino al 31 gennaio.
Alcune specie, però, si potranno cacciare a partire dal 2 ottobre, come suggerito sempre dall'Ispra. Il Consiglio siciliano della caccia, ovviamente, “accoglie favorevolmente il provvedimento dell'assessore Scilla, rispettoso delle leggi regionali e nazionali di settore e anche del parere dell'Ispra”. Le associazioni animaliste e ambientaliste, di contro, chiedono “subito un incidente di esecuzione al presidente Tar Catania”. E minacciano anche la “trasmissione degli atti alla Corte dei Conti e alle Procure”. Inutile dire che il nostro sconcerto e la nostra indignazione sono sempre più forti.
Leandro Janni, Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia