Una domenica mattina che doveva essere un momento di svago, per prendere un po' d'aria e comprare qualcosa al supermercato, si è trasformata in un incubo per un sessantottenne nisseno e la moglie che hanno dovuto passare qausi due ore in pronto soccorso senza che ve ne fosse la necessità. A denunciare quanto accaduto è la moglie del signor Salvatore Altovino protagonista, suo malgrado, di una storia che ha quasi dell'assurdo. "Stamattina – racconta alla nostra redazione la signora Cornelia Negrusano – siamo usciti dalla nostra abitazione di via Fornaia di buon mattino per prendere un po' d'aria e comprare il necessario. Mio marito ha una grave malattia ai polmoni e quindi è sempre collegato ad una bombola di ossigeno permanente che ha un tempo di autonomia molto limitato. Dopodiché si deve tornare a casa per ricaricarla.
Intorno alle 10 quindi stavamo rientrando quando, senza che in questi giorni nessuno fosse stato informato, un vigile urbano ci ha detto che non si poteva passare per via di una maratona cittadina. Ebbene abbiamo spiegato che per noi era fondamentale tornare a casa per ricaricare la bombola e prendere le medicine. Ma non ha voluto saperne. Faccio presente che il tratto di strada era breve, i podisti non erano ancora arrivati e inoltre alcune macchine venivano fatte passare velocemente in uscita. A quel punto lo stesso vigile urbano fa arrivare un'ambulanza dicendoci che potevamo andare in pronto soccorso e fare assistere mio marito lì.
Una situazione che ha creato non pochi disagi a noi che abbiamo dovuto fare tutta la trafila in pronto soccorso, per accertamenti e ricaricamento della bombola, perdendo quasi due ore, all'ambulanza del 118, che se avesse avuto una vera necessità era impegnata con noi e al personale di pronto soccorso che ha dovuto risolvere una questione risolvibile in pochi minuti facendoci rientrare a casa. Questo fatto ovviamente sarà denunciato domani mattina ai carabinieri".