Pubblicato il: 30/09/2021 alle 21:22
Riappare dal buio nel quale è rimasto avvolto per lunghissimi anni il volto di Matteo Messina Denaro, 58 anni, boss mafioso conosciuto anche come Diabolik, e gli alias Alessio e Testa Dell’acqua, scomparso per la giustizia il 2 giugno 1993. Il latitante più ricercato d’Italia. A pubblicare l'immagine del viso, ripreso da una telecamera di sicurezza, è stato il Tg2 delle 20.30. Le immagini, afferma il servizio, sono state registrate da una telecamera in strada in provincia di Agrigento, risalgono al 2009 e sono le uniche che inquirenti e investigatori hanno dal 1993. Il video è in possesso degli investigatori della Direzione centrale anticrimine della Polizia. Nelle immagini, che durano pochi secondi e risalgono al dicembre del 2009, si vede un suv blu che percorre una strada sterrata in piena campagna.
A bordo ci sono due persone: l’autista e, sul sedile del passeggero, un uomo stempiato e con gli occhiali. Secondo investigatori e inquirenti, afferma il servizio, quell'uomo potrebbe essere proprio Matteo Messina Denaro. Le immagini, sostiene sempre il Tg2, sono state riprese da una telecamera di sicurezza a poche centinaia di metri dalla casa di Pietro Campo, boss della Valle dei Templi e fedelissimo del numero uno di cosa nostra che in quel periodo era protetto dalle famiglie agrigentine e, forse, stava andando proprio ad un incontro con i capi mafia locali.
Di Messina Denaro si parla spesso, soprattutto con riferimento ai suoi presunti fiancheggiatori e agli affari illeciti che conduce dalla latitanza, ma l’ultima volta – lo scorso luglio – è stato evocato per una notizia di tipo diverso: il boss è diventato nonno. La figlia Lorenza Alagna, 26 anni, che porta il cognome della madre Francesca e il nome della nonna paterna, ha partorito un bambino. Che però non si chiama Matteo, il padre che la giovane non ha mai conosciuto.
Messina Denaro è il boss del mistero ricercato in tutto il mondo per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto. Imprendibile perché ha goduto di una fitta rete di protezione nel trapanese anche grazie all’enorme disponibilità di soldi, un reticolo di connivenze composto soprattutto da suoi familiari più stretti e da quelli acquisiti che sono caduti via via come birilli travolti dalle inchieste giudiziarie. Ma di lui nessuna traccia. C'è chi dice sia a Dubai, o in Marocco, o che sia sempre rimasto in Sicilia, ma c'é anche chi sostiene che possa addirittura essere morto. (Ansa.it)