Pubblicato il: 09/10/2021 alle 08:35
La firma dell'ordinanza ieri da parte del ministro della Salute Roberto Speranza ha sancito il passaggio della Sicilia in zona bianca da oggi. L'Isola dunque abbandona i divieti in vigore fino a ieri e viene equiparata al resto d'Italia. Oltre al calo dei ricoveri, c'è pure un altro obiettivo centrato: anche l’incidenza settimanale del virus sulla popolazione, pari a 48 casi ogni 100mila abitanti, è scesa al di sotto della soglia di rischio e non c'era modo migliore per tornare in "bianco". Un bianco che però non è ancora tinta unica in Sicilia, visto che appena ieri e con ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, è spuntato un secondo comune arancione dopo Francofonte. Si tratta di Mascalucia, in provincia di Catania, considerato a rischio per l'elevato numero di positivi al Covid in rapporto ai vaccinati. Le restrizioni andranno avanti fino a mercoledì 20 ottobre.
Zone arancioni a parte, le poche regole anti-Covid che hanno caratterizzato gli ultimi 40 giorni di zona gialla in Sicilia da oggi vengono meno: l’obbligo di mascherine all’aperto (sono adesso 4,8 milioni gli italiani che possono evitare di indossarla) e i limiti per i ristoratori. E proprio sulla ristorazione, la Coldiretti ha centrato la propria attenzione con una nota, ricordando l'impatto che le restrizioni hanno avuto fino a ieri sugli incassi dei locali.
Da oggi saranno di nuovo consentite le tavolate al chiuso con il superamento del limite massimo dei 4 posti a sedere tra non conviventi in ristoranti, agriturismi e pizzerie. Il ritorno in zona bianca, sottolinea la Coldiretti, è "un provvedimento che impatta anche per le feste e i ricevimenti, compresi i matrimoni che con l'avanzare della campagna vaccinale si sono moltiplicati. Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che – continua la Coldiretti – oltre ad avere ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani ha pesato anche sugli incassi della ristorazione dopo le forti perdite subite per i lockdown per la pandemia Covid".
"La necessità di mantenere almeno un metro di distanza tra i tavoli – precisa la Coldiretti – ha infatti ridotto drasticamente gli spazi disponibili per il servizio. L' impatto negativo si trasferisce a cascata sull'intera filiera con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di invitati o addirittura il rinvio delle cerimonie". (Luca Gaetano La Mantia, Gds.it)