Pubblicato il: 24/10/2021 alle 09:40
Arriva la stangata della Corte dei Conti sull’Amministrazione Comunale di Caltanissetta: con un provvedimento di quaranta pagine emesso il 7 settembre scorso, la Sezione di Controllo ha bacchettato il Sindaco e i suoi assessori contestando "una gestione della partecipata ATO Ambiente non conforme a legge", anche dopo un confronto con i vertici dell’ente che hanno reso quello che i Giudici Contabili definiscono “un quadro oscuro” che ha portato effetti negativi sul bilancio dell’ente. La Corte parte dalla constatazione che l’Amministrazione non avrebbe seguito le indicazioni del Collegio dei Revisori dei Conti – che integra un obbligo e non una facoltà – e arriva a ricostruire le irregolarità contabili riscontrate soprattutto nel rapporto con ATO Ambiente.
In primo luogo la Corte ha rilevato la violazione del principio del «divieto di soccorso» rappresentato dai Revisori dei Conti, in quanto i trasferimenti effettuati dal Comune all’ATO sono serviti per coprire le perdite imputabili tuttavia alla gestione societaria, che, come rilevato dai Giudici di Via Notarbartolo, non ha approvato i bilanci dal 2013 al 2018, operando sostanzialmente – si legge nel provvedimento – in una violazione di legge che non ha consentito ai soci di seguire l’amministrazione della società, anche se il Comune ha dichiarato di avere verificato l’equilibrio contabile/finanziario dell’ATO e la Corte non si spiega come abbia potuto fare. Questo anche perché i soci non rispondono direttamente dei debiti della società di capitali. La stessa Corte ha contestato la violazione del principio di trasparenza, visto che il Giudice Relatore ha verificato che sul sito istituzionale dell’ente, nella pagina della trasparenza, non c’erano che pochi e non organici documenti sull’argomento, pure così importante.
La Corte ha ravvisato quindi diverse "gravi" irregolarità: 1) l’atto di rinuncia al contenzioso con l’ATO doveva essere adottato dal Consiglio e non dalla Giunta; 2) dalla relazione del legale incaricato (il Prof. Alberto Stagno d’Alcontres, nominato dalla Giunta Ruvolo, n.d.r.) emerge che nessun credito era dovuto dal Comune all’ATO; 3) non c’era alcun obbligo di legge del Comune di coprire le perdite dell’ATO; 4) la Giunta Gambino non avrebbe motivato perché si è discostata dalla linea della Giunta Ruvolo e della relazione dell’esperto; 5) non ci sarebbe alcun interesse pubblico all’accollo dei debiti dell’ATO; 6) il cambio di colore politico dell’amministrazione non giustifica questo cambio di passo; 7) il Comune avrebbe dovuto continuare il contenzioso avendo la possibilità di vincere la causa contro ATO; 8) senza una sentenza passata in giudicato (e in questo caso non ce n’erano, n.d.r.) non sussiste alcun obbligo dell’ente di farsi carico di un pagamento.
La Corte ha conclusivamente diffidato il Comune a porre in essere tutte quelle attività necessarie a rimuovere queste gravi irregolarità che incidono sul bilancio comunale e in ultimo sui cittadini. La palla passa adesso nuovamente nelle mani dell’Amministrazione, che si deve conformare alle prescrizioni dei Giudici Contabili, anche se dieci milioni di euro sono già transitati dalle casse comunali a quelle dell’ATO e da queste ai singoli creditori. I prossimi mesi diranno come finirà questa annosa vicenda, che sinora hanno pagato solo i cittadini nisseni.