Pubblicato il: 08/11/2021 alle 18:52
La calunnia è un venticello … un’auretta assai gentile” e come nella trama del barbiere di Siviglia che per far scappare il conte Almaviva spasimante di Rosina dalla città bisognava mettere in giro voci calunniose, così sta accadendo a Caltanissetta. Quello che nelle ultime settimane è stato detto sulle vicende che riguardano il debito Ato è quanto di peggio si sia potuto dire sulla reputazione di amministratori ed istituzioni. Il riconoscimento del debito ha fatto il suo corso, le vicende legali ed amministrative altrettanto. Tuttavia il “mascariamento” messo in atto, è un fatto dal quale non si può prescindere. Devo, ho l’obbligo di tutelare me stesso e la mia giunta da tutti gli attacchi più meno interessati e concentrici che sono arrivati nelle ultime settimane.
Dai più subdoli inviati per interposta persona, fino ad arrivare alla mistificazione, alla costruzione insensata di fatti avvenimenti mai accaduti. Non avrei mai voluto scrivere queste righe, non avrei mai voluto adire alle vie legali, come ho già fatto, nei confronti di chi ha detto del sottoscritto le più grandi nefandezze. Non poter colpire su altro e riversare la propria attenzione su una storia, quella del debito Ato frutto di errori atavici compiuti da altri, addossando la responsabilità all’ultima amministrazione che ha avuto il coraggio di affrontare la questione in maniera definitiva, è semplice, facile e qualunquistico, non degno di un dibattito politico che si dovrebbe definire serio. L’aggressività e la violenza verbale con le quali sono stati gestiti i dibattiti su questa vicenda non fanno altro che acuire ulteriormente l’esasperazione di chi è lontano dal debito Ato ma combatte ogni giorno per la sopravvivenza. Allora è per rispetto di questi cittadini che bisognerebbe fermarsi e non cavalcare l’ovvio ma ragionare su come poter fare tutti assieme, il meglio.
Roberto Gambino
Sindaco di Caltanissetta