Due giorni fa, alla Camera dei deputati, la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti promuove la discussione sulla mozione contro la violenza sulle donne: 108 vittime da inizio anno. Di 630 deputati potenziali, solo otto erano presenti. Una violenza resa plastica da quell’Aula vuota. Sono moltissimi i precursori di una patologia che non porta solo al femminicidio fisico ma anche etico e morale. La disoccupazione, il peso gravoso del lavoro di cura, l’aspetto economico, il lavoro nero, le dimissioni in bianco, l’uso del ricatto sessuale e potremmo continuare a lungo, ma si rischia di incappare nel più banale degli stereotipi: la retorica. Ci limiteremo a soffermarci sui numeri, quelli sempre incontrovertibili.
Tra le donne cali consistenti di occupazione si rilevano nelle province della Sicilia più che in altre regioni. Crescono i disoccupati, diminuiscono i contratti. Il dietro le quinte dell’occupazione femminile ha numeri preoccupanti ed è una ferita che tende ad allargarsi per via della lunga emergenza sanitaria.
La città di Caltanissetta ha fatto registrare nell’ultimo anno un calo dell’occupazione femminile del 41,2%.
Il tasso di occupazione delle donne è di 18 punti percentuali più basso di quello degli uomini, il lavoro part time riguarda il 73,2% le donne ed è involontario nel 60,4% dei casi. I redditi complessivi guadagnati dalle donne sul mercato del lavoro sono in media del 25% inferiori rispetto a quelli degli uomini.
La ragione principale riguarda il peso del lavoro di cura dei figli, delle persone anziane non autosufficienti e delle persone con gravi disabilità, che grava sulle spalle delle donne e che è assolutamente sproporzionato fra i generi. Il 65% delle donne fra i 25 e i 49, con figli piccoli fino ai 5 anni, non sono disponibili a lavorare per motivi legati alla maternità e al lavoro di cura. Che si tratti di un figlio diversamente abile, piuttosto che di un genitore anziano cui si deve prestare cura, il peso dell’assistenza ricade sempre sulle spalle della donna che, per questo, è sempre più schiacciata dalla gravosità del peso del welfare. Gli asili nido a cui affidare i propri figli, durante le ore di lavoro, sono pochi in numero assoluto e insufficienti e per la disponibilità temporale ad accogliere i bambini: sino alle 15.30 è troppo poco!
A Caltanissetta la totalità dei posti è insufficiente.
* Asilo nido Santa Petornilla, ospita 54 bambini.
* Asilo nido via degli Orti, ospita 32 bambini.
* Asilo nido Santa Barbara, ospita 10 bambini
* Asilo nido Pier Paolo Pasolni, ospita 26 bambini.
Una città di 60 mila abitanti e soltanto 122 posti negli asili comunali.
Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza in provincia.
La violenza contro le donne come «esito estremo delle diseguaglianze di genere» ha eloquentemente scritto Maria Cecilia Guerra Sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze, nella premessa al Bilancio di genere del ministero dell’Economia, a cui ha lavorato con determinazione durante i mesi dell’emergenza.
In occasione del 25 novembre noi non vogliamo fermarci alla denuncia della violenza fisica e materiale che ancora oggi continua a consumarsi. In ricordo di quelle violenza coloreremo di rosso una sedia del nostro circolo, a perenne monito di un tema che non può essere trascurato Oggi però, vogliamo fare sentire forte il nostro grido di protesta e di proposta, chiedendo una società ed una città degli uomini e delle donne. Non ci accontenteremo di nulla di meno.
Ilaria Insisa
Circolo PD Guido Faletra