Pubblicato il: 08/12/2021 alle 10:40
Da qui al 2025 mancheranno almeno 16.500 medici specialisti. Questo ci dicono le analisi statistiche elaborate dall'ANAAO (Associazione Nazionale Aiuti Assistenti Ospedalieri – Sindacato Italiano Medicina Pubblica). A guidare la classifica delle carenze conseguenti all’analisi delle curve di pensionamento e dei nuovi specialisti formati nel periodo 2018-2025 sono il Piemonte al Nord, la Toscana al Centro, la Sicilia al Sud. In Sicilia avremo un ammanco netto di 2251 specialisti al 2025. Le carenze principali riguarderanno i seguenti professionisti sanitari: • N° 356 medici dell’emergenza urgenza; • N° 196 medici di igiene e medicina preventiva; • N° 153 medici di anestesia e rianimazione; • N° 141 medici di chirurgia generale; • N° 66 medici di medicina interna; • N° 471 medici pediatri; • N° 126 medici di psichiatria; • N° 180 medici ginecologi; • N° 78 medici di ortopedia • N° 67 medici radiologi; • N° 417 Altri medici specialisti. Questa, peraltro, è una stima prudente atteso che altre analisi rilevano una carenza addirittura maggiore.
Ed in questo quadro di carenza generalizzata assistiamo al rifiuto, da parte dei medici specialisti, di accettare incarichi di lavoro in ospedali minori e periferici come quello di Mussomeli. Occorre dunque partire da questa cruda analisi se vogliamo trovare soluzioni concrete utili a rilanciare il nostro ospedale M.I. Longo. Va bene la rivendicazione, ma questa – da sola – non risolverà i problemi che hanno una radice più profonda. Ed è proprio per questo che, come amministrazione, ci siamo impegnati nel tentativo di trovare soluzioni concrete e durature. In questa direzione sono tre le proposte presentate all'indirizzo della Direzione Strategica dell'ASP di Caltanissetta, due delle quali tutte interne alla stessa ASP di Caltanissetta:
– La prima: chiediamo la predisposizione dei contratti di incarico della durata di almeno un anno, rispetto ai pochi mesi proposti ora;
– La seconda: chiediamo l'applicazione di un incentivo economico mensile da inserire in busta paga e da riconoscere a quei medici specialisti che scelgono di venire a Mussomeli (dichiarato dalla Rete Ospedaliera ultima approvata ospedale di area svantaggiata).
– La terza proposta che mettiamo in campo, come amministrazione, riguarda la sottoscrizione di un innovativo accordo di cooperazione tra l'UNR – Università pubblica di Rosario (Argentina) ed il Comune di Mussomeli.
Riteniamo che questo accordo possa contribuire a risolvere a monte e, definitivamente, la madre di tutte le criticità: la mancanza di medicispecialisti!!! Basta dire che malgrado siano stati emanati, anche nel recente passato, diversi bandi concorso, i medici specialisti inseriti in posizione utile in graduatoria o hanno accettato altre proposte formulate da ospedali maggiori o hanno rifiutato comunque l’assegnazione presso l’Ospedale di Mussomeli. Dunque, al fine di cambiare totalmente l’approccio di risoluzione al problema rispetto a quanto fatto sino ad ora, ieri – martedi 7 dicembre 2021 -, nella mia qualità di Autorità sanitaria locale e sindaco pro-tempore di Mussomeli ho sottoscritto un accordo di collaborazione con l'UNR – Università pubblica di Rosario (Argentina), la cui facoltà di medicina conta ben 42 percorsi di specializzazione.
L'accordo sottoscritto prevede, dunque, l'individuazione e reclutamento da parte dell’Università argentina dei medici specialisti mancanti presso l'Ospedale di Mussomeli (chirurghi, pediatri, anestesisti, medici di medicina d'urgenza, ortopedici, fisiatri) a cui offrire dei contratti duraturi. Dal canto suo il Comune di Mussomeli si impegna a fornire gratuitamente corsi di alfabetizzazione linguista ed assistenza logistica ai medici selezionati. La situazione presente oggi in Argentina, a differenza di quello che accade in Italia ed in Sicilia in particolare, vede un surplus di medici specialisti sul mercato del lavoro. Surplus che andrebbe a colmare la grave carenza che registriamo invece nella nostra isola e nella nostra provincia. Appena sarà conclusa la fase di individuazione e reclutamento dei medici specialisti verrà inoltrato, al Ministero della Salute, una apposita istanza di riconoscimento del titolo conseguito in una università extra UE, così come la stessa normativa italiana prevede. Il Ministero della salute avrà poi un tempo massimo di 4 mesi per istruire la richiesta.
Questa soluzione pensata, studiata e messa in campo dalla nostra amministrazione – grazie agli accordi internazionali promossi nei mesi scorsi – riteniamo possa contribuire a risolvere, definitivamente, le criticità che ormai da anni la sanità isolana e nissena registra e si porta dietro. Si tratta, peraltro, di uno dei primi accordi di questo genere in ambito nazionale. A giorni partirà l'avviso pubblico da parte dell'università di Rosario per l’individuazione ed il reclutamento dei medici specialisti disposti a trasferirsi a Mussomeli e, dalle prime verifiche già effettuate, la risposta da parte dei medici argentini sembra essere entusiasmante. Ovviamente, sono convinto che il management sanitario provinciale farà di tutto per agevolare il percorso tracciato. Ringrazio, dunque, il rettore dell'UNR, prof. Franco Bertolacci, per avere sottoscritto con il Comune di Mussomeli questo significativo ed innovativo accordo di collaborazione e ringrazio i nostri amici di CACCPIT, Erica Moscatello e Javier Raviculè per avere favorito il contatto.
Nel frattempo che gli effetti dell’accordo vadano a regime, tuttavia, non riteniamo sufficiente la sola apertura di lungodegenza o l'inserimento di un nuovo medico di medicina generale o gli altri interventi di potenziamento messi già in atto. Chiediamo, invece – con forza – alla Direzione Strategica dell'ASP di Caltanissetta di adottare soluzioni tampone che consentano di mettere in sicurezza reparti fondamentali per l'Ospedale di Mussomeli come quello di chirurgia o servizi come quello di gastroenterologia che necessitano del supporto di personale medico presente in altri ospedali della provincia. Da parte nostra siamo pronti a fare fino in fondo ogni azione utile per salvaguardare l’offerta sanitaria a beneficio dei cittadini delle nostre comunità.